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ANCONA - Dopo la Maratona Mentana, arriva la Maratona Cesetti. Dimostrando una resistenza da far invidia agli atleti impegnati nelle Olimpiadi a Tokyo, il consigliere regionale del Pd è riuscito a tenere banco per oltre 10 ore di lavori, diventando il protagonista assoluto della seduta di ieri, incentrata sulla riforma della macchina amministrativa.
Una proposta di legge, ad iniziativa della giunta, che costituisce il primo step della rivoluzione del centrodestra a Palazzo Raffaello, dove i Servizi diventeranno Dipartimenti e verranno ridotti di numero. Di conseguenza, le teste di alcuni dirigenti, inevitabilmente, salteranno. Il documento si dipanava in 48 articoli con contorno di 126 pagine di emendamenti.
Era solo l’inizio. Emendamento dopo emendamento, Cesetti – che più di una volta ha sottolineato di non voler fare ostruzionismo, ricevendo gli “sfottò” del centrodestra in tutta risposta – ha argomentato le ragioni della contrarietà all’articolato, mettendo nel mirino, in particolare, la riforma della figura del Segretario generale, che verrebbe a suo avviso snaturata nelle proprie funzioni. Non è la prima volta che il consigliere colpisce come un ariete Mario Becchetti, attualmente in quella posizione, e in almeno due interrogazioni ha chiesto conto dei requisiti che hanno spinto la giunta a sceglierlo. Ieri non l’ha mai nominato, ma il bersaglio era ben evidente.
«È un’attribuzione di poteri enormi: o la giunta si è, politicamente parlando, bevuta il cervello, oppure c’è di più», va giù duro l’ex assessore al Personale, tanto da far saltare sulla sedia il suo successore Guido Castelli: «non volevo rievocare le nefandezze fatte negli ultimi anni della precedente legislatura sul personale, quando sono state introdotte norme ad personam. Sono stati designati per due volte segretari generali, che non erano strutturati nella pubblica amministrazione regionale, senza interpello». Ha poi ricordato all’altra consigliera dem Anna Casini, già vicepresidente della Regione, ed allo stesso Cesetti, una serie di nomine da lui ritenute «illegittime», fatte dalla giunta Ceriscioli. Immediate le repliche dei due dem; «Castelli non gode dell’immunità. Ha detto cose non vere e ne risponderà» Alle 19:30 il presidente del Consiglio Dino Latini prova ad arginare la seduta fiume: termine ultimo le 24 per approvare la pdl. Si va avanti a oltranza.
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Corriere Adriatico