Cassa integrazione record nelle Marche: più ore anche dell’anno nero 2013

Cassa integrazione record nelle Marche: più ore anche dell’anno nero 2013
ANCONA  - Nelle Marche il lockdown ha portato un numero complessivo di ore di cassa integrazione più alto di sempre, addirittura superiore al livello raggiunto nel...

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ANCONA  - Nelle Marche il lockdown ha portato un numero complessivo di ore di cassa integrazione più alto di sempre, addirittura superiore al livello raggiunto nel 2013. Così, dopo un 2019 di leggero calo delle ore di cassa integrazione, nel 2020, iniziato già con un peggioramento nei primi mesi, si è registrata l’esplosione degli ammortizzatori sociali da maggio dove è esplosa la situazione sia occupazionale che produttiva in conseguenza del Covid-19. La fotografia è stata scattata dal focus sulla Cassa Integrazione Guadagni nella Regione Marche realizzato in appendice al Dossier Nazionale elaborato dal Centro Studi dell’Associazione Lavoro & Welfare diretta dall’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano. A divulgarla i referenti delle Marche dell’Associazione Elisabetta Grilli e Pietro Colonnella.


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Una premessa metodologica: dal mese di maggio 2020 le nuove disposizioni normative legate alla emergenza sanitaria Covid-19 hanno modificato il quadro di riferimento statistico. Vengono ora comprese nel totale della cassa integrazione guadagni tutte le ore di cassa autorizzate, sia quelle a regime ordinario (Cigo, Cigs, Cigd) che le ore derivanti dall’assegno ordinario dei Fondi di Solidarietà (Fis). Per quanto riguarda la Cassa integrazione guadagni la situazione nei primi 5 mesi del 2019 e del 2020 ha fatto registrare un forte peggioramento con un aumento delle ore di CIG totali:+979,33%, da 5,5 milioni di ore del 2019 (cassa e fondi solidarietà) 59,3 milioni di ore del 2020. Disaggregando solo la cassa integrazione guadagni (ordinaria, straordinaria e inderoga) nei primi cinque mesi del 2020, le ore da regime ordinario (senza il fondo di solidarietà) aumentano nelle Marche del 784,34% sul 2019, con oltre 48 milioni di ore. L’andamento della cassa integrazione presenta articolazioni provinciali diverse: ad Ancona l’aumento nei primi 5 mesi del 2020 è stato del +422,49%; ad Ascoli si è arrivati al +622,53%; a Macerata al +1.770,79% mentre a Pesaro e Urbino si è arrivati +2.621,27%. 

Dunque Pesaro, dove il Covid ha inciso in maniera tragica i livelli di produzione e il ricorso della cassa integrazione ne hanno pesantemente risentito. Per quanto riguarda invece la cassa integrazione ordinaria, la provincia ad attingere di più è stata Macerata (+2720%) e subito dietro Pesaro e Urbino (+2528%). Uno sguardo anche alla Cassa integrazione speciale (Cigs) che fa registrare una riduzione soprattutto per effetto della sospensione temporale dei decreti di Cigs con carico dei lavoratori interessati sulla Cigo e sulla Cigd per Covid-19. Infine, per quanto riguarda la cassa in deroga, boom di richieste a Macerata (+8000%) e ad Ascoli Piceno (+3000%). 


«I numeri statistici sono impressionanti - commenta Cesare Damiano - tra gennaio e maggio di quest’anno a livello nazionale è stato raggiunto il massimo di ore di Cig di sempre, cioè più del dato complessivo del 2010, fino ad oggi annata record. Il nostro Centro Studi non ha rilevato per ora un decalage del tiraggio della Cassa integrazione, attendiamo ora i dati di giugno». Gli fanno eco Elisabetta Grilli e Pietro Colonnella. «L’affrontare una situazione inimmaginabile e fuori dall’ordinario ha richiesto misure importanti e cospicue ma vanno riconsiderati, in primis, due aspetti: semplificazione e velocità. L’imprevisto ha fatto mettere in campo le misure con procedure non pensate per situazioni straordinarie che ha prodotto moli di lavoro burocratico; pensiamo alle diverse procedure informatiche per ogni settore o alle continue modifiche di legge. Aggiungiamo il ritardo nei pagamenti che ha messo in difficoltà diversi lavoratori e famiglie». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico