Casoli non ha dubbi: «Fin qui ero deluso dalle scelte contento di dovermi ricredere»

Casoli non ha dubbi: «Fin qui ero deluso dalle scelte contento di dovermi ricredere»
ANCONA- Francesco Casoli, patron di Elica: la formazione del governo Meloni aveva lasciato le briciole alle Marche che, con mezza giunta eletta in Parlamento, sembravano aver...

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ANCONA- Francesco Casoli, patron di Elica: la formazione del governo Meloni aveva lasciato le briciole alle Marche che, con mezza giunta eletta in Parlamento, sembravano aver perso assessori competenti senza ottenere maggior peso a Roma. Ora il quadro è cambiato in positivo: che segnale è per il territorio?


«È un ottimo segnale. Avere persone come Mirco Carloni alla presidenza della commissione Agricoltura e Guido Castelli commissario straordinario alla ricostruzione, per le Marche è un gran messaggio. Lo dico sapendo che così abbiamo messo due persone di valore in posti importanti».

 
Agricoltura e ricostruzione: la ribalta delle Marche parte da qui.
«Sì. Il presidente di commissione pesa come un vice ministro e l’agricoltura è una delle poche cose su cui ancora abbiamo la sovranità, senza dover sottostare al poteri dell’Europa. La struttura commissariale per la ricostruzione ha invece la stessa potenza economica di un ministero. Castelli conosce bene il territorio e sono convinto che potrà dare i giusti impulsi di sviluppo per sfruttare al meglio le tante risorse che avrà a disposizione».
 

La decisione di non riconfermare Legnini e nominare Castelli commissario alla ricostruzione ha suscitato non poche polemiche: condivide la lettura di chi ci vede il classico spoils system politico?
«No, secondo me è stata una scelta molto valida. Ho letto le reazioni stizzite per questo presunto spoils system, ma ricordo che, a parti invertite, la cosa è stata ancora più netta. In questo caso, si mette alla guida della struttura commissariale un marchigiano che si è dimostrato capace di amministrare un comune come quello di Ascoli Piceno - che non è né piccolo, né semplice - e di saperlo fare bene. Ha anche l’appoggio politico di molti marchigiani, come hanno dimostrato le elezioni Politiche del 25 settembre. Da marchigiano, sono molto orgoglioso».

Il primo tempo delle nomine del governo Meloni non era andato per niente bene per il “modello Marche”.
«Ero rimasto deluso nel constatare che le Marche, per l’ennesima volta, non fossero riuscite ad ottenere quasi nessun incarico di peso. Ora sono contento di dovermi ricredere. È vero, abbiamo perso assessori importanti, ma ci abbiamo guadagnato tanto in termini di qualità nella rappresentanza a livello nazionale».

Dallo sblocco della procedura per i voli di continuità ai 400 milioni per l’alluvione, passando per l’attivazione di opere infrastrutturali per oltre 400 milioni di euro: le Marche stanno ottenendo molto dal governo. Merito dell’asse Roma-Ancona?


«Direi proprio di sì. In queste cose aiuta tantissimo anche l’interlocuzione personale e il presidente Acquaroli è stato molto vicino alla premier fin dai primi momenti: è stato con Fratelli d’Italia fin dalla prima ora e questo di certo aiuta». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico