Caso Erdis: «Subito un confronto con l’assessore». Intervengono i sindacati: «Pensare ad esternalizzare non è accettabile»

Caso Erdis: «Subito un confronto con l’assessore». Intervengono i sindacati: «Pensare ad esternalizzare non è accettabile»
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ANCONA  - Esternalizzare è un verbo che ricorre quando si parla della riorganizzazione dell’Erdis, l’Ente regionale per il diritto allo studio. Era affiorato ai tempi del governo Ceriscioli quando ancora si chiamava Ersu ed è tornato alla carica adesso con l’esecutivo di centrodestra.

 

L’idea dell’assessore Guido Castelli, di rivedere e correggere il sistema Erdis con l’intento di razionalizzare le risorse e garantire più borse di studio agli studenti ha fatto scattare un campanello di allarme tra i sindacati dei lavoratori ed i dipendenti stessi.


Il nodo dei nodi resta sempre quello: l’idea di arrivare all’obiettivo esternalizzando alcuni servizi come quello di cucina, portineria e ausiliari. «Vogliamo esprimere la nostra contrarietà a ogni ipotesi di esternalizzazione - scrivono Cgil, Cisl e Uil - che contestiamo nel merito e nel metodo. Nel metodo, per la totale mancanza di confronto oltre all’inaccettabile messaggio sotteso, di contrapposizione tra diritti degli studenti a servizi migliori e più accessibili e diritti di lavoratori e lavoratrici». Una soluzione che, come ai tempi di ceriscioliana memoria era stata fortemente contestata da studenti, dei sindacati e dei lavoratori fino alla creazione dell’attuale Erdis. 


«Le operazioni di esternalizzazione non porterebbero nessun beneficio concreto agli studenti, ma snaturerebbero l’Erdis stesso, sottraendogli servizi di carattere istituzionale e porterebbero a una ulteriore riduzione del perimetro pubblico in un settore rilevante come quello della garanzia del diritto allo studio», continua la nota sindacale, che si chiude con la richiesta di un confronto urgente con l’assessore Castelli. «È importante anche sottolineare che le recenti operazioni di re-internalizzazioni di alcuni servizi hanno prodotto notevoli risparmi per l’ente e benefici per gli studenti. La scelta di esternalizzazione, dunque, altro non porterà se non una riduzione dei diritti di lavoratori e lavoratrici che in questi anni hanno garantito con impegno e rigore il soddisfacimento dei bisogni degli studenti». Tra i dipendenti Erdis malcontento e preoccupazione.

«L’assessore pensa a ridurre il carico di contribuzione degli studenti che adesso pagano al massimo un pasto completo 5,50 euro e una unica tassa regionale di 156 euro all’anno, mentre i borsisti non pagano nulla, nemmeno questi importi. Quale deve essere l’ulteriore riduzione?»

 

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Corriere Adriatico