Acquaroli e il caso Aeroitalia: «Il decreto contro Atim? Bruschini avrà avuto le sue ragioni per non pagare»

Il presidente della Regione Marche: "Abbiamo anche tanti altri contenziosi ereditati dalle precedenti legislature"

Acquaroli e il caso Aeroitalia: «Il decreto contro Atim? Bruschini avrà avuto le sue ragioni per non pagare»
ANCONA - «Io sto con la Regione Marche». Il governatore Francesco Acquaroli si pone a debita distanza dalla querelle esplosa tra Atim e Aeroitalia, che dal Sanzio...

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ANCONA - «Io sto con la Regione Marche». Il governatore Francesco Acquaroli si pone a debita distanza dalla querelle esplosa tra Atim e Aeroitalia, che dal Sanzio opera i voli di continuità territoriale per Roma, Milano e Napoli. Dopo il decreto ingiuntivo esecutivo da 305mila euro che la compagnia aerea ha chiesto e ottenuto dal Tribunale di Roma, piombato giovedì sui tavoli dell’Agenzia regionale per il Turismo e l’Internazionalizzazione, il numero uno di Palazzo Raffaello tira il freno a mano e prova a minimizzare: «Ce lo aspettavamo - dice - la Regione ha anche tanti altri contenziosi ereditati dalle legislature precedenti. Per fare un esempio, c’è una sentenza che condanna la Regione a pagare 12 milioni di euro e risale a qualche mese fa: perché non c’è altrettanta attenzione su questo?», punta il dito altrove Acquaroli.

 

Le posizioni

Prova a sviare l’attenzione, ma che la battaglia legale tra Atim e Aeroitalia stia agitando i piani alti di Palazzo Raffaello non è un mistero per nessuno. «Siamo dispiaciuti - aggiunge il presidente - ma ora ci rassicura il fatto che ci sia un giudice che potrà finalmente stabilire quale delle due parti ha ragione». Motivo del contendere: l’ormai famoso contratto da 750mila euro per i servizi di promozione e marketing siglato tra Atim e Aeroitalia lo scorso 31 luglio. Contratto mai diventato operativo perché già la prima tranche da 250mila euro in scadenza il 1° ottobre non era stata pagata dall’Agenzia. E su questo ora Aeroitalia batte cassa. Acquaroli abbozza una difesa d’ufficio per il direttore generale di Atim Marco Bruschini: «Non ho motivo di credere che quell’atto non sia corretto e ora un giudice, un soggetto terzo alle parti, dovrà stabilire chi ha ragione. Questo in Italia succede regolarmente».

Articola poi il ragionamento: «Se un dirigente - scelto sulla base di una gara pubblica da una struttura tecnica in seguito ad una comparazione di curricula - fa un errore, vedremo. Ma non possiamo avere un atteggiamento prevenuto. Non possiamo sostituirci alle autorità competenti. Dobbiamo sempre tutelare gli interessi pubblici, ma da Atim non è stato pagato un euro su quel contratto. Evidentemente ha avuto le sue ragioni: a me avrebbe fatto più specie il pagamento di una somma non dovuta». Insomma, Bruschini resta al timone dell’Atim (il suo contratto, ricorda Acquaroli, dura altri due anni) e si prepara allo scontro frontale con l’amministratore delegato di Aeroitalia Francesco Intrieri.

A seguire la pratica per l’Agenzia del Turismo è l’avvocato di Ancona Saverio Sabatini, che da 5 anni cura le questioni legali dell’aeroporto Sanzio e, dal novembre scorso, anche dell’Atim. «Nel decreto ingiuntivo del Tribunale di Roma - spiega l’avvocato - c’è un’anomalia: Aeroitalia non ha riferito al giudice che Atim ha replicato, rigettando la fattura da 250mila euro più Iva. Se fosse stato informato di ciò, il decreto ingiuntivo ci sarebbe comunque stato, sulla base della fattura emessa e dell’esistenza di un contratto, ma non ci sarebbe stata la provvisoria esecuzione». Cosa che impone ad Atim di pagare i 305mila euro entro 120 giorni. Ma nel frattempo l’Agenzia ha 40 giorni per depositare il ricorso, «che presenterò già la prossima settimana - fa sapere Sabatini - e confido che il giudice sospenda l’esecutività del decreto. Ora la decisione è stata presa inaudita altera parte ma con il ricorso presenteremo le nostre ragioni».

La difesa

Innanzitutto, elenca il legale, «il fatto che non sia mai stata prodotta da Aeroitalia la fideiussione contestuale al pagamento della prima tranche da 250mila euro, né il loro Durc». Inoltre, «il contratto non è mai stato operativo perché sarebbe dovuto partire dal 1° dicembre». Mentre il pagamento della prima tranche era previsto il 1° ottobre. Sfasamento temporale già di per sé bizzarro. Ma ora l’ultima parola spetta al giudice. E la Regione resta affacciata alla finestra sperando che tutto si risolva per il meglio. Perché sebbene sia dotata di personalità giuridica, l’Atim è pur sempre il braccio operativo della giunta. E se perde, i contraccolpi faranno tremare anche Palazzo Raffaello.

 

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Corriere Adriatico