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ANCONA Calano i detenuti nelle carceri marchigiane ma resta il problema del sovraffollamento. Dopo un 2023 chiuso con 919 reclusi nei sei penitenziari regionali, i dati al 31 marzo parlano di 892 presenze. È quanto comunica il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) del Ministero della Giustizia.
E mentre il Governo nazionale sta vagliando l’ipotesi di accordi bilaterali coi paesi d’origine per permettere ai detenuti stranieri di scontare a casa la loro pena, nelle Marche sono 288 i non italiani detenuti. Quasi un terzo del totale, reclusi soprattutto tra Montacuto (sono 109) e Villa Fastiggi (98). Proprio i penitenziari di Ancona e di Pesaro pagano il prezzo più alto in termini di sovraffollamento.
Ad Ancona i detenuti sono 323 a fronte di 256 posti disponibili mentre a Pesaro la capienza regolamentare è di 153, ma ce ne sono ben 245. Una situazione al limite del vivibile e che conduce inevitabilmente a riflessioni circa la possibilità, per molti detenuti, di scontare pene alternative.
Under 60
Prendendo i dati del Ministero - aggiornati al 31 dicembre 2023 - emerge come praticamente la metà dei ristretti sta scontando una pena inferiore ai 5 anni, percentuale che sfonda quota 60% se si prendono in considerazione i soli detenuti stranieri.
Il tema dei temi resta però quello del futuro. Come sancito dalla Costituzione, il carcere ha infatti una funzione rieducativa. Tradotto: chi vi entra dovrebbe uscirne con gli strumenti per non rientrare nel giro della criminalità. Un percorso che passa attraverso il lavoro e la formazione, peccato che soltanto 303 detenuti, nel 2023, abbiano avuto l’opportunità di lavorare. Meno della metà, di cui 258 hanno servito l’istituto dove erano reclusi. Meno di 50 quelli che hanno avuto l’opportunità di fare esperienze all’esterno.
Pochi agenti
Ma il problema riguarda anche il sistema carcere stesso. Come evidenziato nel report 2023 dell'Associazione Antigone, ad esempio, il carcere di Montacuto dispone di 120 agenti penitenziari a fronte dei 176 necessari. E questi sono i numeri. Poi ci sono le storie. Storie come quella di Matteo Concetti, che lo scorso 5 gennaio si è tolto la vita nell’isolamento del carcere di Montacuto. C'è la piaga della tossicodipendenza, che nelle Marche colpisce il 28% dei detenuti. C'è anche la storia, ancora più recente, del detenuto di Fabriano trasferito a Forlì - scontando una condanna a 3 anni per rapina - trovato morto in una cella del penitenziario emiliano. Si chiamava Mohamed Medi Cherif.
Il tentato suicidio
Nel pomeriggio di Pasqua una giovane detenuta ha tentato di togliersi la vita nel carcere di Pesaro impiccandosi in bagno. E’ stata salvata dalle altre detenute, che hanno chiamato il medico di turno che l’ha rianimata. Sembrava essersi ripresa, ma ieri la stessa detenuta è stata colta da malore ed è stata ricoverata per accertamenti in ospedale. E sempre nel carcere di Villa Fastiggi ieri è morto un detenuto di 36 anni che si trovava in cella da circa due settimane per reati comuni. L’uomo, del Pesarese, si è sentito male all’improvviso. Inutili i soccorsi. E’ stata disposta l’autopsia.
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Corriere Adriatico