Bufera nel Pd, Mangialardi: «Il partito è in una fase critica, ritrovi compattezza e gestione unitaria»

Bufera nel Pd, Maurizio Mangialardi: «Il partito è in una fase critica, ritrovi compattezza e gestione unitaria»
ANCONA -  «Credo che per il bene di tutta la nostra comunità politica, non possiamo ignorare che il Partito democratico sta attraversando una delle fasi...

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ANCONA -  «Credo che per il bene di tutta la nostra comunità politica, non possiamo ignorare che il Partito democratico sta attraversando una delle fasi più critiche dalla sua nascita. E quello che è accaduto nella direzione regionale di sabato rappresenta il modo più sbagliato di impostare il lavoro che ci attende». Il capogruppo del Pd in Regione, Maurizio Mangialardi, interviene con una nota sulle tensioni all'interno del partito marchigiano durante e dopo l'ultima direzione regionale e il pesante attacco alla segretaria Chantal Bomprezzi. 

Mangialardi: «Chi governa il Pd deve accorciare le distanze e favorire l'unità»

«Ritengo che chi governa il Partito - scrive Mangialardi - ha il dovere di fare uno sforzo per accorciare le distanze, abbassare il livello di tensione, favorire l'unità. Durante la direzione, e anche nelle precedenti riunioni alcuni di noi hanno tentato di porre sul tavolo questioni centrali per le Marche - salute, lavoro, occupazione - ma la risposta data è sempre difensiva, come se porre un tema su cui organizzare il nostro agire sia ritenuto quasi un atto di accusa nei confronti della maggioranza e non invece un tentativo di individuare percorsi di lavoro in comune». 

Il capogruppo dem in consiglio regionale rimarca «il comportamento del coordinatore della segreteria regionale, il quale afferma che le porte sono aperte (in uscita, ovviamente) per chi non condivide la linea, ne è una triste conferma. Così come lo è dire che prima si vota il documento della maggioranza e poi si continua il dibattito».

«C'è l'urgente necessità di un cambio di marcia per ritrovare la compattezza»

 Insomma, riflette Mangialardi, «da parte di Michela Bellomaria e di coloro che hanno sostenuto la sua candidatura si è prontamente riconosciuta la vittoria della segretaria Chantal Bomprezzi, ma non mi sembra che ci sia stata reciprocità sul fatto che la minoranza del partito rappresenta quasi il 47%:  un risultato oggettivamente difficile da ignorare, come pure è stato fatto fino a oggi nella costruzione degli organismi. Dire noi abbiamo vinto e quindi prendiamo tutto, e qualunque cosa diciate non ci  interessa, rischia di fare molto male al Partito democratico e a tutto il centrosinistra marchigiano. Abbiamo l’urgente necessità di un cambio di marcia se davvero vogliamo ritrovare quella compattezza indispensabile a rendere il Partito democratico un soggetto credibile nella società marchigiana». 

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Corriere Adriatico