Porto d’armi, nelle Marche un’impennata di richieste

Porto d’armi, nelle Marche un’impennata di richieste
ANCONA - Solo nel primo trimestre del 2017 le richieste di porto d’armi nelle Marche (per difesa personale, uso sportivo e caccia) sono cresciute del 13% rispetto al numero...

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ANCONA - Solo nel primo trimestre del 2017 le richieste di porto d’armi nelle Marche (per difesa personale, uso sportivo e caccia) sono cresciute del 13% rispetto al numero complessivo di tutto il 2016. Il dato è stato riferito da Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria (Spp) nel corso di un sit-in davanti al Palazzo di Giustizia di Ancona promosso ieri insieme a Fratelli d’Italia-An per promuovere la petizione a sostegno dell’iniziativa di legge popolare sulla legittima difesa.


Aumento delle pene a sei anni per violazione di domicilio, nessun risarcimento al ladro in caso di difesa, nessun reato o condanna per chi «si difende in casa propria da ladri e delinquenti»: sono principi alla base dell’iniziativa che ha raccolto 60 mila firme. «Una volta i cittadini chiedevano allo Stato di difenderli - ha chiosato Carlo Ciccioli, portavoce regionale di Fdi-An -. Ora, visto che lo Stato non ce la fa o non vuole tutelare, chiedono almeno di essere messi nelle condizioni di difendersi da soli, di essere messi sullo stesso piano dei delinquenti, come garanzie». Ciccioli ha ricordato la condanna del carabiniere di Ostra che uccise involontariamente un ladro in fuga: «Chiedere alle forze dell’ordine di difendere i cittadini senza usare le armi - ha detto - è come chiedere a un meccanico di riparare l’auto senza sporcarsi di olio». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico