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ANCONA- L’inflazione a gennaio fa registrare un “rimbalzino”, salendo allo 0,8% dallo 0,6% di dicembre, ma il leggero rialzo del costo della vita si avverte di meno nelle Marche, dove il tasso tendenziale annuo resta più contenuto della media nazionale (+0,6%) e Ancona - con un dato in controtendenza di -0,3% - addirittura figura sul podio delle città più virtuose per il contenimento della spesa, con un risparmio di 66 euro a famiglia.
«La moderata accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi - si legge nel bollettino con cui ieri l’Istat ha diffuso l’aggiornamento sui prezzi al consumo, che conferma la stima preliminare fatta a inizio mese - riflette l’andamento dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, la cui flessione su base tendenziale risulta, a gennaio, attenuata a causa dell’effetto statistico dovuto allo sfavorevole confronto con gennaio 2023».
I beni alimentari
Un contributo alla risalita dell’inflazione si deve inoltre al permanere di tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati, mentre il cosiddetto “carrello della spesa” continua a decelerare (+5,1%)».
L’Unione consumatori
Un dato, questo dell’Istat, rilanciato anche nella classifica mensile che l’Unione Nazionale dei Consumatori stila traducendo l’inflazione annua in termini di aumento del costo della vita, sulla base dei nuovi dati del paniere Istat. «Nella graduatoria delle città più virtuose d'Italia, 3 città addirittura in deflazione - scrive l’Unione consumatori -. Vince Campobasso dove l'inflazione pari a -0,7% si traduce in un risparmio di 145 euro su base annua. Medaglia d'argento per Reggio Emilia, dove la diminuzione dei prezzi determina un calo di spesa annuo pari a 109 euro per una famiglia tipo. Su podio anche Ancona che con -0,3% ha un taglio delle spese pari a 66 euro annui per una famiglia media».
A gennaio ad Ancona i prezzi sono rimasti invariati rispetto al mese precedente con il tasso tendenziale che varia dunque da -0,1% di dicembre al -0,3%. Sono diminuiti i prezzi nei Trasporti (-0,9%) e Servizi ricettivi e di ristorazione (-0,4%),invariate le voci Abbigliamento e Calzature, Servizi sanitari e spese per la salute, Comunicazioni e Istruzione. In aumento i prezzi di Abitazione acqua energia e combustibili (+1,1%) bevande alcoliche e tabacchi (+0,5%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,3%). Nella classifica, in cui figurano 76 capoluoghi di provincia, Ascoli e Macerata (le altre due città marchigiane monitorate) figurano entrambe al 28esimo posto, con un’inflazione dell’1,2% e un rincaro annuo per famiglia media di 242 euro.
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Corriere Adriatico