Ogni marchigiano produce mezza tonnellata di rifiuti in un anno. Il report dell’Arpam: raccolta differenziata al 71,84%

Ogni marchigiano produce mezza tonnellata di rifiuti
ANCONA - Ogni marchigiano produce in media quasi 500 kg di rifiuti solidi urbani, per un totale di 761.532 tonnellate. Si arriva a 535 kg nella provincia di Pesaro Urbino, seguita...

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ANCONA - Ogni marchigiano produce in media quasi 500 kg di rifiuti solidi urbani, per un totale di 761.532 tonnellate. Si arriva a 535 kg nella provincia di Pesaro Urbino, seguita a breve distanza dall’Ascolano con 531. Nel Maceratese ci si assesta sui 490 kg pro-capite, mentre nell’Anconetano sui 486. Nella provincia di Fermo, infine, il dato è di 441 kg.

 
La classifica
Tuttavia, la regione si dimostra una delle migliori in Italia quanto a raccolta differenziata che, nel 2020, ha raggiunto la quota del 71,84% - la media nazionale è ferma a 61,28% -, per 541.046 tonnellate totali. Un ciclo virtuoso evidenziato nel volume «Marche Ambiente» - pubblicato dall’Arpam in collaborazione con la Regione -, che per la prima volta traccia un quadro degli indicatori ambientali, dopo aver raccolto dati su aria, acqua, mare, agenti fisici, suolo, rifiuti, e su alcune sotto-categorie che vanno dalle polveri sottili alle acque sotterranee, fino ai campi elettromagnetici ed ai siti contaminati.

Un compendio green che uscirà come inserto di questo giornale sabato 6 novembre. Nell’attesa, è stato anticipato qualche dato nella conferenza di presentazione di ieri a Palazzo Raffaello, durante la quale l’assessore regionale all’Ambiente Stefano Aguzzi ed il direttore dell’Arpam Giancarlo Marchetti hanno illustrato l’opuscolo. «I nostri dati, rispetto alle altre regioni, sono in miglioramento o comunque sostenibili. Questo ci deve incoraggiare a fare ancora meglio», il commento del titolare della delega.

Dallo studio emerge, ad esempio, come le Marche abbiano consumato, lo scorso anno, circa 1,45 kmq, «l’equivalente di 200 campi da calcio, ma comunque sotto la media nazionale», precisa Marchetti. Il suolo consumato finora ammonta a 648,87 kmq, che corrispondono al 6,9% del territorio regionale, mentre la media italiana si assesta sul 7,1%.

I dati positivi
Quanto ad acqua ed aria, «la balneazione e la qualità del mare sono a livelli ottimali - assicura Marchetti, aggiungendo che - i dati degli ultimi cinque anni confermano anche la buona qualità della nostra aria: solo le stazioni di Pesaro e Fano hanno sforato, due anni fa e per un solo giorno, il limite dei 35 superamenti annui nell’indicatore delle polveri sottili». Un dato che, secondo il direttore, dipende «dalle polveri provenienti dalla pianura Padana e che interessano la parte nord della nostra regione. Tuttavia, nell’ultimo anno non c’è stato più questo sforamento e tutte le 17 stazioni delle Marche sono rimaste sotto i 35 superamenti consentiti dalla legge».

I siti inquinati


Allargando lo zoom sulle acque di balneazione, invece, il dossier mette in evidenza come l’86% di quelle marine e l’89% di quelle lacustri abbiano una qualità eccellente (88% il dato nazionale). Altro capitolo, i siti inquinati e da bonificare, che nella nostra regione sono 591: nella maggior parte dei casi, si tratta di zone di piccole dimensioni (luoghi di sversamenti o distributori), ma ci sono anche siti di rilevanza nazionale come quello dell’area della raffineria di Falconara o la zona del Chienti. «Grazie al monitoraggio dei parametri, messi nero su bianco nel volume – ha concluso Marchetti –, potranno essere verificati anche i cambiamenti e gli impatti delle opere che saranno realizzate con i fondi del Pnrr». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico