L’appalto corre a tappe forzate: ecco un vagone di test salivari. La fornitura di 500mila pezzi andrà alla comasca Pikcare

L’appalto corre a tappe forzate: ecco un vagone di test salivari. La fornitura di 500mila pezzi andrà alla comasca Pikcare
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ANCONA - Sei sedute in tredici giorni di calendario tra prima seduta pubblica, seggio di gara e gruppo di valutazione idoneità tecnica. Con una procedura degna della Formula 1 è andato in porto l’appalto per la fornitura da 500mila test salivari, uno dei cavalli di battaglia dell’ultimo mese della giunta regionale che per il tramite di due assessori leghisti (Saltamartini e Latini).

 

Alla fine è la comasca Pikdare di Casnate (suo il più famoso marchio Pic) ad aver guadagnato la palma del migliore anche se la sua offerta sul prezzo unitario del test non era la migliore. 


La valutazione di idoneità tecnica è stata effettuata per i primi cinque operatori economici in graduatoria, scorrendo la stessa fino ad individuare l’operatore economico cha aveva proposto un prodotto tecnicamente idoneo secondo la richiesta dela Regione Marche. Il test salivare della Pikdare costerà 1,1 euro quando la base d’asta era fissata a 2,38 euro. Il test si chiama Lollipop ed è prodotto dalla Vivachek Biotech ltd, azienda cinese del Hangzhou. E sul tema dei salivari proprio ieri è tornata a battere l’assessore regionale alla Cultura Giorgia Latini.

Latini ha commentato la circolare del ministero della Salute secondo cui i test salivari antigenici rapidi possono sostituire i tamponi soltanto nello screening su bambini a scuola, per anziani nella Rsa, disabili e personale sanitario. «È incomprensibile la decisione del Ministero della Salute - ha spiegato - per cui i tamponi genici salivari rapidi non sono idonei al rilascio del green pass. Studi scientifici delle università di Padova e Singapore e pubblicazioni dell’autorevole rivista Nature ne confermano la validità al pari degli altri. Inoltre, se per lo stesso Ministero i salivari sono validi per soggetti fragili e personale sanitario, è chiaro che non ci sarebbe differenza sui ragazzi che fanno sport fuori dall’orario scolastico. Invece così le cui famiglie sono costrette a spese extra per effettuare i tamponi oro-nasofaringei che sono anche molto più cari. Mi auguro che si riveda subito questa decisione che appare di natura politica piuttosto che sostanziale».

Per poi rincarare la dose sulle ben note posizioni della Lega. «La Camera ha votato a favore di un ordine del giorno con cui la Lega ha chiesto di equiparare gli strumenti di screening covid in funzione del rilascio del green pass - conclude l’assessore Latini – Poiché i salivari rientrano a pieno titolo tra questi strumenti, è necessario considerarli idonei a tutela dei diritti di tutti, famiglie in particolare, senza discriminazioni tra vaccinati e non».

 

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Corriere Adriatico