Marche ancora maglia nera per i fondi europei non spesi: nessuna regione ha fatto peggio di noi

Marche ancora maglia nera per i fondi europei non spesi: nessuna regione ha fatto peggio di noi
ANCONA In leggera rimonta rispetto al precedente traguardo parziale, tagliato a fine giugno 2022, ma pur sempre maglia nera nella capacità di spendere le dotazioni...

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ANCONA In leggera rimonta rispetto al precedente traguardo parziale, tagliato a fine giugno 2022, ma pur sempre maglia nera nella capacità di spendere le dotazioni assegnate dal Fondo europeo di sviluppo regionale. Le Marche non riescono a schiodarsi dall’ultima posizione della classifica delle regioni italiane stilata in base alla percentuale di utilizzo di fondi Fesr, uno dei principali strumenti finanziari della politica di coesione dell’Ue, che nel nostro Paese muove complessivamente 36 miliardi di euro.

 
L’aggiornamento arriva dai dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea, che analizzano l’andamento delle allocazioni di fondi europei fino al 31 dicembre 2022 e confermano le Marche fanalino di coda, come già emerso nell’ottobre scorso sui dati di fine giugno. Un primato negativo che all’epoca aveva alimentato rimpalli di responsabilità tra l’attuale governo regionale e il presidente della precedente giunta Luca Ceriscioli, tirato in ballo come responsabile dei ritardi ma pronto a rispedire al mittente le accuse di scarsa capacità di spendere le risorse assegnate da Bruxelles.

La missione della Svem

Fatto sta che il ritardo accumulato è ancora pesante, nonostante la missione affidata dal governatore Francesco Acquaroli alla Svem di raggiungere almeno il settimo posto nazionale nella programmazione Fesr 2021/2027. Alla fine dello scorso anno la spesa certificata della Regione e rimborsata da Bruxelles si aggirava sui 309 milioni di euro, su circa 585 milioni del fondo nel periodo di programmazione 2014-2020. Siamo dunque al 53% di fondi Fesr spesi rispetto agli assegnati, un po’ meglio del 47% registrato per le Marche a fine giugno 2022. Restano quindi da spendere e rendicontare entro la fine dell’anno 276 milioni di euro, per non rischiare di perdere le risorse, che vengono assegnate dall’Ue con un vincolo temporale di utilizzo. Nell’ultimo posto in classifica delle Marche, c’è però un’attenuante non da poco, legata all’affastellarsi di risorse aggiuntive legate terremoto del 2016. Prima di quella catastrofe che ha devastato l’area dei Sibillini, il plafond del Fesr 2014/2020 per la nostra regione ammontava a 337 milioni di euro. Poi l’Ue ha stanziato altri 248 milioni per la ricostruzione dei borghi, fondi che sono andati in dotazione alla Regione solo dal 2018.

Il sostegno al lavoro

Decisamente migliore invece, per la nostra Regione, la capacità di assorbimento del Fondo sociale europeo, il principale strumento utilizzato dall’UE per sostenere l’occupazione (23 miliardi in dote all’Italia): le Marche hanno speso circa 219 milioni di euro, il 76% delle dotazioni, una quota che le colloca all’11esimo posto tra le regioni italiane. Dal report di Cohesion Data emerge inoltre che le regioni hanno speso mediamente il 75% (circa 25 miliardi di euro) delle risorse Ue, mentre i programmi nazionali si sono fermati al 43% (13 miliardi).

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Corriere Adriatico