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ANCONA - Un incontro a porte chiuse, quasi segreto, che si è preferito tenere all’interno delle stanze di Palazzo Raffaello. Ieri il presidente Francesco Acquaroli ed il suo cerchio magico hanno incontrato il capo delle relazioni istituzionali di Amazon per fare il punto sul progetto del mega polo logistico da realizzare nell’area dell’interporto a Jesi.
E infatti al vertice ha partecipato anche il presidente del consiglio di amministrazione di Interporto spa, Massimo Stronati. Le ragioni di tanta riservatezza sono legate al fatto che la situazione è ancora fluida e, dopo un numero infinito di stop and go, si preferisce tenere la questione fuori dai radar, sperando così di evitare ulteriori battute d’arresto e colpi di scena.
La deadline
Ma, si sa, Palazzo Raffaello ha occhi ed orecchie ovunque, e se la referente di Amazon viene nelle Marche per parlare con il governatore, difficilmente la cosa può restare confinata tra le mura del palazzo.
Il passaggio a Jesi
Lasciato Palazzo Raffaello, la referente di Amazon è poi andata a Jesi per un secondo incontro, questa volta con il sindaco della città Lorenzo Fiordelmondo, il consiglio di amministrazione di Interporto (oltre a Stronati, la vicepresidente Fileni ed il consigliere Gasparoni) e Nick Deeks, consigliere delegato di Scannell International - sviluppatore del progetto - venuto in direttissima da Londra. Scannell è finita nel mirino della stessa Amazon, che avrebbe voluto sollevarla dal suo ruolo - ed anche ieri in Regione non sarebbero state spese parole particolarmente positive nei confronti della società - ma ormai appare difficile sostituirla in corsa, dal momento che ha già investito sul territorio circa 10 milioni di euro. Il fatto che Scannell abbia fatto arrivare a Jesi nientepopodimeno che un referente da Londra, tuttavia, la dice lunga su quanto delicata sia questa fase. Con gli occhi puntati su settembre, si resta con le dita incrociate, sperando che le lungaggini che hanno contraddistinto questa trattativa infinita ed il complicato contesto internazionale non facciano sfumare un progetto che per le Marche potrebbe tradursi in una svolta per lo sviluppo economico.
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Corriere Adriatico