Alluvione, è bagarre: Mangialardi chiede la testa di Aguzzi. La replica: «Lui rinunci alla prescrizione»

Alluvione, è bagarre: Mangialardi chiede la testa di Aguzzi. La replica: «Lui rinunci alla prescrizione»
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ANCONA - Per la gestione della devastante alluvione che ha travolto le province di Pesaro Urbino ed Ancona nella notte tra il 15 ed il 16 settembre, l’asse Pd-Movimento 5 Stelle chiede la testa dell’assessore alla Protezione civile Stefano Aguzzi. Ieri il gruppo dem in Consiglio regionale ha depositato una mozione di sfiducia contro il titolare della delega, sottoscritta anche dalla capogruppo pentastellata Marta Ruggeri. Si sfila invece Luca Santarelli, capogruppo dell’altro partito di opposizione RinasciMarche.

 

Le ragioni

«Si tratta di un atto dovuto - spiega il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi - di fronte all’ennesima prova di irresponsabilità e inefficienza del governo regionale. Noi non abbiamo voluto mai speculare su questa tragedi, ma non possiamo tacere sulle palesi responsabilità emerse durante la fase di gestione dell’emergenza, in capo all’assessore Aguzzi». Nell’elencare le ragioni alla base della mozione di sfiducia, Mangialardi parla di «un comportamento molto grave, che lo avrebbe portato a raggiungere la sala operativa regionale solo dopo le 24, a disastro praticamente avvenuto». Nel mirino dei dem finisce anche il governatore Francesco Acquaroli, che «prima ha tentato di scaricare le responsabilità sugli uffici tecnici, certificando così che nella fase dell’emergenza qualcosa effettivamente non ha funzionato; poi ha omesso - durante la sua relazione nella seduta straordinaria del Consiglio sull’alluvione - ogni riferimento alle azioni svolte dall’assessore e da lui stesso in quelle drammatiche ore».

 
La replica


Parole che il diretto interessato rispedisce al mittente: «Non penso minimamente alle dimissioni - tira dritto Aguzzi -. É legittimo, da parte delle opposizioni, proporre mozioni di sfiducia, ma sono molto sereno per come ho ed abbiamo affrontato la vicenda. Penso che non dovremmo speculare su queste tragedie». Poi rilancia: «Ho sempre espresso solidarietà all’ex sindaco di Senigallia ed oggi capogruppo del Pd Mangialardi per quanto avvenne nel 2014 (quando un’altra esondazione del Misa sfregiò il Senigalliese facendo tre vittime, ndr) perché quando una persona ricopre la carica di sindaco, può succedere che ci siano questioni non prevedibili. Ma se è vero che ora pone questa questione della sfiducia - l’affondo del titolare della delega - lo sfido a rinunciare alla prescrizione. Ha un processo in corso che sta per andare in prescrizione: si faccia invece giudicare». Richiesta bollata da Mangialardi come «imbarazzante: ne faccio una questione di carattere politico, non giuridico». A rincarare la dose ci pensa la pentastellata Ruggeri, che parla di «carenze manifestate dal sistema di prevenzione, tali da far decadere la fiducia nei confronti dell’assessore competente Aguzzi, in relazione al suo operato come amministratore». Il colpo finale lo sferra il consigliere dem Romano Carancini, che mira ad alzo zero e punta il dito contro «l’incapacità dimostrata dall’assessore Aguzzi nel gestire la fase di emergenza, in particolare per quanto concerne le azioni di informazione e allerta delle popolazioni, e la sua assenza nelle ore cruciali della tragedia che lasciava senza indicazioni operative la struttura tecnica». La mozione dovrebbe arrivare sui tavoli del Consiglio nella prossima seduta, calendarizzata per l’8 novembre. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico