Saltamartini e il caso del paziente oncologico costretto a pagare i tamponi: «Il servizio sanitario deve prenderlo in carico anche se fuori regione»

L'assessore Filippo Saltamartini
ANCONA - L’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini è deciso: «Andrò in fondo a questa vicenda, per capire come mai accada una cosa...

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ANCONA - L’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini è deciso: «Andrò in fondo a questa vicenda, per capire come mai accada una cosa del genere: ma soprattutto cercherò di risolvere la situazione». L’impegno è relativo alla vicenda raccontata ieri dal Corriere Adriatico, protagonista suo malgrado il docente della Politecnica Marco Toderi. 

 
Il disagio
Il professore ha raccontato che, essendo un paziente oncologico, è costretto ad effettuare tamponi molecolari ogni due settimane per potere effettuare le cure in una struttura ospedaliera specializzata a Siena. Test che paga di tasca sua, in quanto gli esami anti Covid per ospedali fuori regione non vengono rimborsati dalla sanità. Nonostante i malati oncologici abbiano l’esenzione dal ticket. «Ho letto le giuste rimostranze del professore - ha specificato l’assessore regionale Saltamartini -. Il servizio sanitario deve farsi carico e assistere i pazienti in tutte le delicate fasi che portano a cure spesso pesantissime da sopportare. Una volta che il malato avvia la procedura, tutto dovrebbe svolgersi in maniera automatica, senza costringere chi già sta attraversando una fase delicata della propria vita ad interessarsi anche del tampone molecolare da prenotare». Visione di una sanità a 360 gradi, quasi utopia se pensiamo che, invece, c’è chi spende oltre 1500 euro in un anno per potere usufruire di cure salvavita in una delle poche strutture esistenti in Italia per quella patologia. «Per questo motivo dirò alla struttura di studiare il caso e trovare una soluzione. Nessun malato oncologico deve pagare il tampone, sia che venga assistito nelle Marche, sia che venga curato fuori dai confini regionali».


L’impegno
Saltamartini non si tira indietro: «Ho inserito il numero del mio cellulare sul sito dell’Asur, perché desidero conoscere in prima persona le problematiche di una sanità pubblica ma ancora troppo distante dai cittadini».


mtb
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Corriere Adriatico