Il padel salutare e bruciagrassi, nelle Marche si contano almeno cento campi dedicati con pareti in vetro e metalliche

Un match di padel
MACERATA - Uno sport emergente, la nuova moda degli ultimi anni. È il padel, nato nel 1969 in Messico e poi diffuso in Argentina diventando una delle discipline...

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MACERATA - Uno sport emergente, la nuova moda degli ultimi anni. È il padel, nato nel 1969 in Messico e poi diffuso in Argentina diventando una delle discipline più praticate. Giunto in Europa, la Spagna è stato il primo paese dove è diventato il secondo sport praticato, da qualche anno, il padel è approdato in Italia. «È facile e divertente – spiega Giovanni Torresi, vicepresidente Coni Marche e presidente Asd padel Torresi di Macerata, il primo aperto nella provincia con tre campi di cui due coperti - tutti possono praticarlo, anche chi non ha mai giocato a tennis». Solo nelle Marche, ad oggi, si contano almeno cento campi dedicati a questa attività sportiva e sono sempre più numerosi i circoli. Salutare e bruciagrassi, il padel è sempre più apprezzato e destinato a rimpinguare le fila dei suoi fans. 

 
Come si svolge 
È simile al tennis ma più facile. Dice infatti Torresi: «Il campo è più piccolo, si gioca in quattro e, a differenza del tennis, nel perimetro ci sono vetri e grate di ferro. Non è faticoso, è uno sport che appassiona molto e tutti quelli che lo provano per una volta, poi non lo lasciano più». Uno dei motivi per cui il padel attira è perché riesce a creare una grande aggregazione e le regole sono molto più semplici rispetto al gioco tradizionale. Si pratica in coppia, quindi, in totale ci devono essere quattro giocatori. La pallina deve rimbalzare una sola volta sul pavimento prima di essere colpita. Attenzione, però: la pallina in volo non può toccare né la parte metallica né le pareti del campo avversario. «Il calcolo del punteggio – fa sapere il vicepresidente Coni – è come quello che si applica per il tennis. Se la pallina rimbalza due volte sul pavimento, il punto non viene assegnato. Inoltre, per aggiudicarsi un punto per errore dell’avversario, bisogna che vengano rispettate alcune regole. E cioè: se fa rimbalzare la pallina due volte sul pavimento, se colpisce le pareti del tuo campo senza che prima la pallina abbia toccato terra, quando colpisce le reti metalliche del suo campo. E ancora: se colpisce la pallina prima che superi la rete, se la colpisce più volte nella stessa risposta o battuta e quando la fa rimbalzare sul suo campo». 
Il campo e la racchetta


Il campo, come spiega il presidente Asd padel di Macerata, «è formato da quattro elementi: le pareti in vetro, le pareti metalliche, la rete divisoria e il piano di gioco». I campi da padel possono essere sia all’aperto sia al chiuso e sono più piccoli rispetto a quelli da tennis. «Intorno all’area giochi – sottolinea Torresi – c’è una parte a forma di U in genere in vetro o in cemento, per delimitare il campo con le sue pareti». In Italia, la prima federazione italiana gioco padel è nata nel 1991 grazie ad alcuni appassionati che volevano promuovere questo sport. Il padel, infatti, è stato promosso con i regolamenti del Coni. Quanto all’equipaggiamento, sono necessari una racchetta con una lunghezza massima di 45,50 cm e una pallina la cui forma dipende dal tipo di partita. «Per una competizione amatoriale – chiarisce Torresi – va bene un modello un po’ più lento ma in gara serve una pallina veloce». Per avere una presa più salda, sarebbe meglio usare il grip ovvero il nastro avvolto intorno al manico della racchetta e l’overgrip che può essere avvolto intorno al grip per aumentare le dimensioni dell’impugnatura. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico