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ANCONA Si fa presto a parlare di faraonici - e condivisibili - progetti come quello per l’Alta velocità lungo la dorsale Adriatica, che prevede la realizzazione di binari ex novo. Poi però bisogna fare i conti con la realtà di un Paese che rende una corsa ad ostacoli anche centrare obiettivi molto più semplici. È il caso del cosiddetto Lungomare Nord, nel Comune di Ancona, che prevede la realizzazione di una scogliera di protezione proprio della ferroviaria Adriatica, con interramento, rettifica dei binari e velocizzazione della linea. Niente paragonato all’Alta velocità in arretramento. Eppure è rimasto intrappolato in una storia di ordinaria burocrazia che va avanti da anni e a cui ora si aggiunge un ennesimo capitolo.
Lo slittamento
Si è resa necessaria la rimodulazione dell’accordo di programma siglato nel 2017 da Rfi, Regione, Autorità portuale e Comune di Ancona perché, di lungaggine in lungaggine, non verrà rispettata la deadline del 2023 e la linea di finanziamento da cui si voleva attingere è in scadenza.
Piano Sviluppo e Coesione
E si dovrà andare a pescare nei fondi del Piano Sviluppo e Coesione. Cosa che ha reso necessario anche l’aggiornamento dell’accordo di programma di cui sopra. Non sorprende che, nonostante siano passati cinque anni dalla stipula del primo accordo, non si riesca a rispettare la deadline considerando che da quasi quattro anni (i primi documenti sono stati inoltrati al ministero dell’Ambiente nel dicembre 2018) si è in attesa della Valutazione di impatto ambientale, passata sui tavoli di due diverse commissioni ministeriali nel frattempo avvicendatesi. Un imbuto burocratico che sta rallentando l’intero progetto. Parliamo di un intervento da 52,8 milioni di euro in due fasi. La prima prevede la realizzazione della scogliera di protezione della ferrovia Adriatica per un costo di 24.850.000 euro - finanziati per 21.350.000 euro da Rfi e per 3,5 milioni dalla Regione (che, si diceva, dovrà attingere ad un’altra linea di finanziamento per renderli disponibili) - e la rettifica e velocizzazione della linea per 18 milioni di euro (messi da Rfi).
Le fasi
La seconda fase si articola invece su due livelli. In primis, l’interramento con gli escavi dei fondali marini da 10 milioni di euro finanziati dall’Autorità portuale, a cui si aggiunge l’infrastruttura leggera con percorsi ciclopedonali a carico del Comune di Ancona, il cui costo è ancora da quantificare. Burocrazia ed infrastrutture: il binomio micidiale.
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Corriere Adriatico