Laura Gabrielli: «Con il virus in casa fortuna le videochat ma basta lontananza dagli affetti più cari. Ora ripartiamo»

Laura Gabrielli: «Con il virus in casa fortuna le videochat ma basta lontananza dagli affetti più cari. Ora ripartiamo»
Laura Gabrielli che futuro immagina dopo settembre? «Voglio essere ottimista e pensare ad una ripresa dell’economia...

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Laura Gabrielli che futuro immagina dopo settembre?


«Voglio essere ottimista e pensare ad una ripresa dell’economia che seppur lenta e faticosa andrà in parallelo ad un nuovo sviluppo sociale del nostro Paese. Gli italiani hanno dimostrato ancora una volta di saper reagire alle difficoltà. Saranno come sempre le idee e le persone a fare le differenza».

 

CHI E' LAURA GABRIELLI

MAMMA, MANAGER E UN OBIETTIVO MILIARDARIO

Laura Gabrielli, sposata con il conduttore televisivo Massimiliano Ossini, madre di tre figli è consigliere di amministrazione dell’omonimo gruppo commerciale e responsabile della catena Oasi (proprio oggi s’inaugura il centro di Sora). L’obiettivo del 
Gruppo Gabrielli, tra i leader nella grande distribuzione, è di superare il miliardo di euro di fatturato.

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Quali saranno le sfide del commercio, in particolare della grande distribuzione?
«In questa complessa fase storica le grandi aziende stanno attuando piani di sviluppo estremamente importanti nella consapevolezza che dopo una fase caratterizzata dalla resilienza arriva il momento di ripartire in modo energico».
Sono cambiate le abitudini dei consumatori?
«Sì e per sempre, altre si modificheranno nuovamente quando torneremo alla normalità. La cura degli aspetti emozionali o esperienziali sarà il presupposto per far continuare a vivere il commercio fisico».
Come è stato per voi il 2020?
«Nel rapporto stilato da Mediobanca emerge che il 2020, che ha rappresentato un anno drammatico per l’intero pianeta, è stato al contrario una sorta di bolla per la grande distribuzione. Il comparto ha tratto vantaggio in molte sue componenti ma ha visto anomale migrazioni dei clienti tra i vari format al punto che le superette sotto casa sono state molto più frequentate a discapito dei grandi superstore».
E le restrizioni ai centri commerciali?
«Nel primo semestre dell’anno le rigide restrizioni alla mobilità hanno penalizzato le grandi superfici di vendita, sovente collocate all’interno di gallerie commerciali e più difficilmente raggiungibili per via dello loro ubicazione periferica o perché fuori dai confini comunali. La spesa media è cresciuta e la sua composizione ha virato verso prodotti a lunga conservazione, facilmente stoccabili (pasta, scatolame, confezionato in generale), ma sovente a minore valore aggiunto, quali ad esempio le referenze per le preparazioni domestiche (farine, lieviti, uova e preparati per dolci) e i presidi igienici (parafarmaceutico ma anche i guanti e l’alcool). Ora si apre uno scenario diverso per un futuro tutto da costruire e in azienda siamo tutti impegnati a disegnare e perseguire nuove traiettorie di sviluppo».
Cosa le é mancato durante il lockdown?
«Vivere in un tempo sospeso è stato molto difficile, ma ho cercato di riappropriarmi delle cose più importanti. Ho sofferto per la lontananza di molte persone a me care, ma la tecnologia mi ha aiutato a colmare almeno in parte questa distanza. Spesso ho pensato a come sarebbe stato il lockdown senza le videochiamate! Il dono più grande è stato quello di riuscire ad apprezzare in modo pieno e consapevole la quotidianeità con mio marito (il conduttore televisivo Massimiliano Ossini ndr) e i mie tre figli».
Come ha gestito la famiglia?
«Mio marito ed io siamo abbiamo avuto la fortuna di continuare a lavorare sia in smart working che fuori casa e i nostri figli oramai adolescenti non hanno avuto problemi con la didattica a distanza anche se a tutti è mancato il rapporto umano che è il grande valore aggiunto per chi studia e per chi lavora».
Tra l’altro avete combattuto in prima linea contro il Covid.
«Ad inizio settembre mio marito ed io, a distanza di poche ore abbiamo accusato strani sintomi di stanchezza. L’indomani dovevamo partire per accompagnare a Londra la più grande delle nostre figlie che doveva iniziare il suo primo anno di college. Abbiamo deciso di fare il tampone in laboratorio per escludere che si trattasse di Covid ed invece dopo poche ore è arrivato l’ineluttabile risultato: positivi!».
E poi il virus si è diffuso in famiglia.
«A quel punto anche tutti i nostri familiari si sono sottoposti al tampone e molti di loro sono risultati positivi: le nostre due figlie, le mie due sorelle, i mie due nipoti ed i miei genitori. Avevamo trascorso le vacanze di fine agosto insieme, nella stessa casa e anche tutte le precauzioni che avevamo cercato di avere non erano servite.».
Quale è stato il maggior timore?
«La preoccupazione per i miei genitori e grande timore di aver potuto contagiare altre persone tra collaboratori ed amici. Fortunatamente, forse anche per il fatto di aver intercettato subito i primi sintomi e anche l’aver rispettato i protocolli di sicurezza, non abbiamo contagiato nessun altro al di fuori della nostra famiglia ma abbiamo vissuto ore di angoscia ogni volta che qualcuno delle persone con cui eravamo entrati in contatto si sottoponeva ad un tampone».
Che ricordo avrà di questo periodo? 
«In un caleidoscopio di immagini e di emozioni, la sua domanda mi stimola il ricordo delle situazioni dei giorni drammatici delle terapie intensive, del lavoro dei medici, degli infermieri, del personale sanitario e di tutti coloro che sono stati in prima linea a fronteggiare l’emergenza sanitaria e tra questi anche i nostri collaboratori. Un’altra immagine è quella di Papa Francesco che da solo in una Roma deserta, si reca a pregare in una chiesa. Pregare o comunque meditare è stato fondamentale anche per me».
La famiglia Gabrielli è arrivata alla terza generazione. E poi?


«La nostra famiglia crede nel progetto imprenditoriale che porta avanti da oltre 120 anni. L’impegno proseguirà anche in futuro».

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Corriere Adriatico