Salasso affitti, ogni anno la Regione spende 4 milioni per gli uffici. In arrivo il taglio alle spese di affitti e bollette

La sede dell'Assemblea regionale delle Marche
ANCONA - Una spending review sui palazzi della Regione Marche. Per la gestione degli immobili di proprietà e di quelli in affitto – tra i costi di locazioni, utenze,...

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ANCONA - Una spending review sui palazzi della Regione Marche. Per la gestione degli immobili di proprietà e di quelli in affitto – tra i costi di locazioni, utenze, manutenzione ordinaria e straordinaria e così via – il conto che ogni anno si presenta sui tavoli della giunta è di 4 milioni di euro. Una cifra che si vorrebbe levigare: per questa ragione, il governatore Francesco Acquaroli ha dato mandato agli uffici di fare un monitoraggio di tutte le strutture.

 

 

L'obiettivo è trovare soluzioni che permettano di far risparmiare le casse regionali su questo aspetto, così da mettere il tesoretto ricavato a disposizione di altre voci di spesa del bilancio. In prospettiva, non si esclude neanche l’idea di un trasloco, o di un accorpamento delle sedi dislocate per la città di Ancona in un unico immobile.


La mappa
Per il momento, siamo alla fase dell’analisi dei costi e della mappatura degli spazi, per capire come e dove intervenire. Solo nel capoluogo dorico, le proprietà della Regione occupano 74mila metri quadrati. In pratica, una cittadella all’interno della città. E questo, senza tener conto di Palazzo delle Marche, in piazza Cavour, che è di proprietà del Consiglio regionale. La giunta è invece proprietaria di Palazzo Raffaello, dove si trovano, tra le altre cose, gli uffici del governatore e di buona parte degli assessori, di Palazzo Rossini, che ospita il dipartimento della Sanità, Palazzo Li Madou, Palazzo Sanzio, sede della Svem e del 112 e della struttura in via Palestro con gli uffici del dipartimento delle Infrastrutture e dell’Edilizia sanitaria. C’è poi Palazzo Leopardi, dove l’assemblea legislativa si riunisce per i lavori del Consiglio regionale: in questo caso, l’immobile non è di proprietà, ma costa caro: parliamo di un affitto di circa 800mila euro l’anno.


Uscendo dalla zona centrale della città, ci sono poi le sedi periferiche, come il magazzino economale in via Primo Maggio (anche in questo caso, in affitto), le strutture della protezione civile a Colle Ameno ed in piazza Salvo d’Acquisto, e due edifici a Passo Varano. Una mappatura parecchio dispersiva. Ed il fatto che gli uffici in cui si amministra la macchina regionale siano dislocati in così tanti luoghi diversi, comporta anche l’aggiunta delle spese di spostamento, oltre alla perdita di tempo. Di qui, l’ipotesi di un accorpamento in un’unica sede - ancora da individuare – almeno di alcune delle strutture. Ragionamento a cui si associa anche quello su una tipologia di lavoro più flessibile, lascito dei due anni di pandemia: se alcune attività possono essere fatte in smart working, questo permetterebbe di recuperare spazi.


Mentre procede questa ricognizione delle proprietà per evitare gli sprechi, la Regione continua a pagare 4 milioni di euro in utenze, manutenzioni, locazioni, misure antincendio, pulizie, spese condominiali. E si potrebbe andare avanti ancora a lungo. Il tutto, senza considerare le spese di straordinarie, come i lavori per l’efficientamento energetico, o per l’antisismica. Non a caso, i palazzi del potere sono sempre protagonisti nei piani triennali ed annuali delle opere pubbliche stilati dalle diverse giunte. Per fare un esempio, negli ultimi anni, a palazzo Li Madou sono andati 580mila euro per la manutenzione straordinaria, mentre a Palazzo delle Marche, sede degli uffici del Consiglio regionale, 200mila euro per la manutenzione ordinaria quest’anno e 480 mila per quella straordinaria. A Palazzo Rossini, tra efficientamento energetico ed adeguamento sismico, verranno convogliati 3 milioni di euro nel triennio 2022-2024. Un’emorragia costante di risorse che ora si vuole iniziare a tamponare. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico