Tangenti sugli appalti per la sicurezza dei fiumi. Otto arresti, 24 indagati: i segreti svelati che hanno fatto scattare i provvedimenti

ANCONA - Aste pilotate per favorire una ristretta cerchia di imprese “amiche” in cambio di mazzette in denaro e telefonini, pasti al ristorante e forniture...

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ANCONA - Aste pilotate per favorire una ristretta cerchia di imprese “amiche” in cambio di mazzette in denaro e telefonini, pasti al ristorante e forniture d’olio e di legna da ardere, l’uso di un’auto e il conto di una festa di laurea. Lavori commissionati e liquidati dalla Regione Marche, per la manutenzione e la messa in sicurezza delle aste fluviali ma mai realizzati, oppure eseguiti in spregio alle normative paesaggistiche ed ambientali, in contrasto con la salubrità degli ecosistemi fluviali. Sono le ipotesi accusatorie della maxi operazione, denominata Mystic River (dal titolo di un thriller) che ieri mattina ha portato i carabinieri forestali ad arrestare per corruzione un funzionario regionale e sette imprenditori. Il geometra senigalliese Euro Lucidi, 63 anni, impiegato all’ufficio di Pesaro dell’ex Genio Civile, è finito a Montacuto su ordine del gip Sonia Piermartini.

 
I segreti svelati
Gli altri sette, tutti imprenditori, sono ai domiciliari: Marco, Simone e Giacomo Mariotti, della Mariotti Costruzioni di Serra de’ Conti; Matteo e Stefano Rozzi, della Duezeta Costruzioni di Ascoli Piceno; Enrico Cesaroni di Castelbellino e Agostino Angeli, della provincia di Arezzo. Nell’inchiesta figurano altri 16 indagati a piedi libero, tra cui altri tre imprenditori e quattro dipendenti della Regione (due di Ascoli e altrettanti di Pesaro, questi ultimi colleghi di Lucidi). Per quanto riguarda le accuse, a vario titolo, la Procura ha contestato oltre alla corruzione la turbativa d’asta, il falso documentale, la truffa aggravata ai danni della Regione e la rivelazione dei segreti d’ufficio. 


I controlli sulle sponde
La maxi-indagine dei carabinieri forestali, coordinata dal pm Andrea Laurino, parte nel 2021 da un semplice controllo sulle sponde dei fiumi e dal riscontro di alcune irregolarità negli interventi commissionati dalla Regione per abbattere il rischio idraulico e il dissesto idrogeologico. Secondo l’ipotesi d’accusa, in realtà i lavori avrebbero pregiudicato la salubrità degli ecosistemi fluviali per ricavare massimi profitti dalla commercializzazione del materiale legnoso. Analizzando la catena degli appalti, gli investigatori hanno scoperchiato quello che definiscono «un sistema consolidato di “favori e tangenti”, orientato a condizionare gli esiti delle gare di affidamento dei lavori lungo i fiumi da parte della Regione Marche». 


Sono cinque gli appalti nel mirino della Procura, per un importo complessivo di un milione e 200mila euro, relativi ad altrettanti corsi d’acqua: il Foglia, il Metauro, il Misa, l’Esino e il Tesino. Come sarebbero stati pilotati gli appalti? Per la Procura, in un’occasione, il funzionario arrestato, con la complicità di due colleghi, avrebbe consentito a una società di aggiudicarsi il ribasso d’asta per un lavoro nel Pesarese attraverso false integrazioni di lavori mai realizzati, ma pagati dalla Regione. In altre circostanze Lucidi, sempre con la complicità di colleghi, si sarebbe adoperato per favorire le imprese “amiche” condizionando gli esiti delle gare spifferando informazioni riservate. Di più: due funzionari di Ascoli, su una gara del valore di 900mila euro per lavori sul Tesino (Ripatransone), avrebbero invitato a presentare le offerte alle società indicate da imprenditori compiacenti e, stando alla procura, contattate proprio dal dipendente dell’ex Genio di Pesaro. Il geometra Lucidi avrebbe ottenuto favori per un valore complessivo stimato sui 20-30mila euro: non solo denaro ma anche forniture di legna da ardere, di olio extravergine di oliva, telefoni, tablet, carburante. Nel conto delle “indebite utilità” contestate al funzionario, anche il pagamento di una festa di laurea, pasti al ristorante, e la riparazione di veicoli. 

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Corriere Adriatico