Giornata delle Marche, la confessione di Tamberi: «Testimonial della mia regione? Un giorno piacerebbe anche a me»

Gianmarco Tamberi con Francesco Acquaroli
ANCONA - Gianmarco Tamberi, tanta soddisfazione nell’essere tra i premiati alla Giornata delle Marche. Che effetto fa essere in un trio con Roberto Mancini e Valentino...

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ANCONA - Gianmarco Tamberi, tanta soddisfazione nell’essere tra i premiati alla Giornata delle Marche. Che effetto fa essere in un trio con Roberto Mancini e Valentino Rossi?


«Sono onorato di essere qui e di essere stato premiato insieme a mister Mancini e al grande Valentino. Vale per me è un idolo, uno dei campioni più grandi dello sport italiano. Mancini invece è stato colui che ha dato il via alle vittorie italiane di questa estate. È partito tutto da lui, ci ha consentito di sognare».

 
Un sogno che per lei è partito da Ancona.
«Amo le Marche, amo Ancona, non l’ho mai nascosto. Mi piace vivere qui e tutto quello che abbiamo, viviamo in una terra splendida, come mostrano gli spot pubblicitari che abbiamo visto prima. In futuro, se ci sarà l’occasione, mi piacerebbe moltissimo fare da testimonial alla mia regione».


Dall’infortunio di 5 anni fa all’oro di Tokyo: che percorso è stato?
«È stato un percorso lungo e faticoso per me. Tante lacrime e notti insonni, ma alla fine ne è valsa la pena. Quando raggiungi il sogno della tua vita provi emozioni talmente forti che ti ripagano di tutto. Resta il fatto che sono la persona che sono oggi grazie a quello che ho passato. È una cicatrice che rimarrà con me. L’infortunio infatti è stato il momento più brutto della mia vita. È servito a farmi crescere e a capire quanta forza dentro di noi abbiamo che non conosciamo. Per questo a chi vive in queste zone dove siamo oggi, che hanno avuto il loro brutto momento 5 anni fa con il sisma, dico di non mollare e di tenere viva la speranza. Noi marchigiani siamo gente forte e tenace».


Un primo posto sul podio condiviso con un amico, il qatariota Barshim. Un altro motivo per incorniciare quel momento.
«Ho avuto la fortuna di vivere un momento così magico insieme a un amico. Lo ricorderò per sempre. Era un amico, ora è un fratello di sangue. Abbiamo passato il momento più magico della nostra vita insieme. L’abbraccio con lui simboleggia quello che è l’amicizia sopra ogni cosa».


Il Tamberi di oggi lo vediamo molto diverso da quello di qualche mese fa… 
«Mi sento un uomo rinato. Sono felice ed orgoglioso della persona che sono. In questi anni non mi sono reso conto di quanto avevo investito a livello fisico e umano. Oggi sono consapevole di quante scelte e sacrifici ho fatto in quei momenti, sono felice di aver preso questa strada. Non mi sono mai arreso».


Quali possono essere le difficoltà dopo un oro alle Olimpiadi?
«La difficoltà ora è gestire il momento. Non l’avevo neanche mai immaginato perché avevo in mente solo il mio riscatto. Non avevo ipotizzato il dopo. Non è facile gestire tutto quello che è fuori dall’allenamento, ma sicuramente capirò come farlo perché la mia priorità è lo sport».


Il sogno di Tamberi è il sogno di un bambino marchigiano che non si è posto limiti?


«Dobbiamo sognare sempre in grande, ponendoci dei limiti magari irraggiungibili. Il potere di stupire se stessi e le persone intorno a te, è la cosa più bella che esiste». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico