Frecciarossa addio, Milano più lontana? Ecco perché. Coltorti: «Orte-Falconara, lavori più veloci e via agli appalti»

Mauro Coltorti
No, l’isolamento di Ancona non c’entra. Mauro Coltorti smorza l’impatto dell’ultimo colpo basso: «L’addio al Frecciarossa per Milano rientra...

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No, l’isolamento di Ancona non c’entra. Mauro Coltorti smorza l’impatto dell’ultimo colpo basso: «L’addio al Frecciarossa per Milano rientra nel piano di riduzione delle corse per la drastica diminuzione di passeggeri dovuta al Covid».

Il senatore pentastellato jesino, presidente della commissione Lavori pubblici, esclude che sia una mossa dettata dall’indifferenza nei confronti della Dorica. 

 


Difficile da credere. 
«Il bilancio delle Ferrovie è veramente negativo, non viaggia più nessuno. Siamo noi del governo a sostenere i trasporti». 


Ma questa è solo l’ultima delle sconfitte.
«Faccio avanti e indietro con Roma, spesso sono solo nello scompartimento. E i miei colleghi veneti e lombardi mi chiedono di convocare la commissione dopo le 14. Non riescono a raggiungere prima la Capitale, non ci sono treni». 


Sarà un male comune, ma qui vale doppio considerato il fatto che nella città meneghina non si può arrivare neppure in aereo.
«Dobbiamo ringraziare la gestione fallimentare che, negli anni passati, è stata fatta di Aerdorica. L’aeroporto l’abbiamo pagato noi marchigiani, di tasca nostra. Fortuna il cambio di rotta della privatizzazione con il fondo Njord Partners».


Vista dal mare, la questione non va meglio. 
«Il nuovo piano regolatore del porto doveva essere concluso». 


Invece, niente? 
«Per ora è fermo. Dentro ci sono finanziamenti e progetti». 


Non c’è storia.
«Negli ultimi due anni è stato fatto molto per sbloccare le grandi opere, compreso il raddoppio dell’Orte-Falconara».


Resetti il cronoprogramma. 
«È di pochi giorni fa l’indicazione del commissario straordinario per velocizzare i lavori. Per alcune tratte siamo alla fase, avanzata, dell’assegnazione dell’appalto. Non può cadere il governo, si dovrebbe ricominciare daccapo».

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Corriere Adriatico