Nasce l’acceleratore di startup per aprire le vele del business. Fondazione Marche presenta Ac75, contenitore destinato a far crescere i nuovi imprenditori

Pesaresi: «Scegliere i migliori, sostenerli con fondi e tutor, poi spinoff e coinvolgere Univpm»

Nasce l’acceleratore di startup per aprire le vele del business. Fondazione Marche presenta Ac75, contenitore destinato a far crescere i nuovi imprenditori
ANCONA - Un progetto imprenditoriale che prende il nome dallo splendido monoscafo utilizzato per la Coppa America 2021. Ingegno, bellezza e determinazione: nasce in questa...

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ANCONA - Un progetto imprenditoriale che prende il nome dallo splendido monoscafo utilizzato per la Coppa America 2021. Ingegno, bellezza e determinazione: nasce in questa prospettiva Ac75 accelerator, il nuovo attore made in Marche che ha l’obiettivo di puntare sull’accelerazione di startup con dei team che possano sviluppare idee a «forte contenuto tecnologico e alto potenziale di successo sul mercato». Primo investitore di Ac75 è Fondazione Marche, co-investitori sono Fondazione Cariverona e Università Politecnica delle Marche.

 
Fondazione Marche ci crede

La novità è stata presentata ieri mattina ad Ancona, a Palazzo Camerata, dal presidente di Fondazione Marche, Mario Pesaresi. «Quello costituito poche ore fa - dichiara - è un acceleratore che permetterà di sviluppare sia su base locale che nazionale le migliori startup. Si tratta di uno strumento al servizio dei giovani capaci e che vogliono creare valore per loro stessi e per il territorio». Il progetto è diviso in quattro quarti: «La prima – prosegue Pesaresi - riguarda i programmi di accelerazione delle startup. Il che significa scremare le candidature e individuare solo le migliori e quelle con maggiore potenziale. Queste in parte saranno finanziate e in parte inserite in un programma di internazionalizzazione». 


La figura dei business angel


La seconda area è quella dei “business angel”, cioè figure che aiutano le realtà, attraverso assistenza tecnica e direzione strategica. La terza area di lavoro è quella legata agli spin off. «I risultati devono essere trasformati in attività di ricerca ma anche di mercato – insiste il presidente – come succede anche all’estero. Solo se si riesce a fare un’attività di successo si possono assumere persone e inserirsi in un circolo virtuoso. Il futuro nasce da qui in una regione come la nostra dove non ci sono grandi centri di ricerca o multinazionali». L’ulti e conmazione e affiancamento alla crescita delle startup. Al termine del periodo saranno in grado di «avviare la loro idea imprenditoriale o entrare a far parte di una realtà già partecipata dell’acceleratore». Quello di Ac75 è stato descritto come un progetto stimolante dagli amministratori regionali. Presenti in sala il vice presidente Carloni e l’assessore Castelli. Quest’ultimo ha ribadito l’importanza di idee come queste per tutto il territorio: «Le Marche da qualche anno scontano un periodo di crisi. Dobbiamo cercare di mantenere il sistema produttivo cercando di rilanciarlo. Si esce dalla crisi solo se i marchigiani sapranno affrontare nel loro territorio delle sfide a cui non necessariamente si deve rispondere emigrando come, invece, ci dicono i dati Istat». A porre il focus sulla legge regionale, approvata ad aprile, a tema startup è l’assessore Carloni che dice come «trattenere i talenti è la chiave per ripartire. Appena insediati abbiamo fatto una legge per 4milioni di euro con 48 progetti finanziati che faranno fare un salto qualitativo al territorio».

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Corriere Adriatico