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ANCONA - «Passato importante, presente d’impegno, un futuro con una grande partnership industriale»: la formula di Ancona vista-mare viene composta da Pierroberto Folgiero, ai piedi di quello spettacolo di nave appena uscita dal cantiere, sotto lo sguardo di San Ciriaco. La volontà di investire nel capoluogo Dorico è espressa dal nuovo amministratore delegato di Fincantieri, a poco più di un mese dalla sua nomina.
Un passaggio che ha decretato la fine dell’era di Giuseppe Bono, per 20 anni alla guida del più importante gruppo navale d’Europa. Lo sguardo dell’ad passa veloce sulla miriade di caschetti colorati del popolo del cantiere, schierato nel giorno di festa di fronte alla Viking Saturn. «Grazie a tutti», scandisce bene il senso di gratitudine. «Grazie, siete il fulcro di questa normalizzazione». Lo proclama da quella città nella città, che s’allunga sull’Adriatico: 600 dipendenti diretti più i 3.000 dell’indotto. «Questo è un luogo con una posizione invidiabile, che ha tutte le possibilità d’essere ingrandito». La conversione in azione è immediata: il raddoppio del bacino è un impegno, da onorare.
Il largo
Non intacca i programmi d’ampliamento, lo fa intendere senza indugi Folgiero. «Sì, proseguiremo nel segmento di navi di lusso.
Investimenti per 40 milioni
Per Folgiero il percorso netto resta a quota 40 milioni di euro d’investimento per ampliare quello stabilimento lambito dall’Adriatico, dove i sogni prendono la forma di barche. «Navi per esplorare». Richiama i vichinghi, che solcarono i mari di tutta Europa, ma non pone limiti temporali. «Al momento non posso metterci sopra alcuna data. C’è un grande impegno da parte del management a rimanere su Ancona e a interagire con tutte le istituzioni e tutti gli stakeholder per fare, aumentare e rinforzare l’occupazione». A due passi da lui c’è Luigi Matarazzo. Il direttore generale della divisione navi mercantili di Fincantieri accompagna, lungo la via della transizione, quel progetto per d’estensione da 80 milioni di euro: 40 già stanziati da loro, gli altri attesi dal ministero delle Infrastrutture, che ha prorogato di un anno la disponibilità delle risorse. Taglia corto: «C’è la proroga, ma quei fondi non sono stati ancora deliberati». Sfronda al massimo: «Sono ancora nel cassetto. Appena li tirano fuori, noi ci mettiamo i nostri». L’aveva già detto, prima della pandemia: «Credo che tutti abbiano capito cosa significa avere un bacino più grande: sarà un vantaggio per tutto il territorio». Lo va ripetendo, come un mantra.
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