Istat, vola l’export delle Marche spinto dal farmaceutico. La provincia di Ascoli al top: +283,7%. E cresce anche il calzaturiero

Istat, vola l’export delle Marche spinto dal farmaceutico. La provincia di Ascoli al top: +283,7%. E cresce anche il calzaturiero. Immagine generica
ANCONA Le performance dei prodotti farmaceutici e della provincia di Ascoli Piceno fanno volare l’export marchigiano. Nel periodo aprile-giugno 2022 il fatturato estero ha...

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ANCONA Le performance dei prodotti farmaceutici e della provincia di Ascoli Piceno fanno volare l’export marchigiano. Nel periodo aprile-giugno 2022 il fatturato estero ha più che raddoppiato i suoi numeri rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. Un’accelerazione incredibile che unita al +40% dei primi tre mesi dell’anno portano il valore dell’export regionale a quasi 10,4 miliardi nel primo semestre di quest’anno, con una crescita del +72,5% rispetto ai primi sei mesi del 2021.  


Il balzo

Un balzo che è secondo in Italia dopo quello della Sicilia (+78%). E se confrontato con il dato pre pandemia, quello del primo semestre del 2019, l’incremento è del 69%. L’Istat sottolinea come: «la performance molto positiva delle Marche è dovuta principalmente alle maggiori vendite di prodotti farmaceutici (+440,2%)». Cresce anche il settore calzaturiero (+29%) che, evidentemente ha superato lo choc della situazione in Russia e Ucraina. Il valore resta al di sotto dei livelli pre pandemia del 3,3%. Ma attenzione alla lettura dei dati perché il recupero dell’export della scarpa marchigiana potrebbe essere generato dall’effetto combinato di un maggiore ricorso all’attività di subfornitura delle griffe e di una crescita degli ordinativi della committenza. Sempre l’Istat mette sul podio Ascoli Piceno, nell’elenco dei “contributi positivi più elevati” dietro la sola Milano. Bisogna leggere almeno due volte il dato relativo ad Ascoli Piceno per averne la certezza. L’export è cresciuto del 284% nei primi sei mesi del 2022.

L’analisi

Confindustria Marche sottolinea che se si elimina il dato del settore farmaceutico, la crescita dell’export risulta del 22%, in linea con il dato nazionale. «Un risultato molto positivo trainato dal comparto farmaceutico ma che ha coinvolto tutti i principali settori di specializzazione» è il commento del presidente di Confindustria Marche Claudio Schiavoni che però smorza gli entusiasmi con alcune considerazioni. La prima è che l’aumento del valore non sempre coincide con un incremento delle quantità ma è generato «dal forte aumento dei prezzi». La seconda è basata sulle prospettive. Perché sulla base della situazione economica che si sta delineando, teme che «per poter sopravvivere, le imprese esportatrici si troveranno a dover scaricare a valle almeno una parte dei maggiori costi subiti dal lato degli input, aumentando il prezzo finale dei beni esportati senza tuttavia alimentare una crescita reale».

Soddisfatto il presidente di Camera Marche Gino Sabatini che evidenzia come la perdita di quota di mercato russo sia stata compensata da importanti incrementi verso altre destinazioni e di come «i dati confermino il potenziale di vitalità dell’economia marchigiana e delle micro piccole e medie imprese che ne costituiscono la componente più significativa». Sabatini mette in risalto il problema dimensionale delle imprese, che vanno quindi supportate da istituzioni e associazioni e chiama il sistema bancario e il Governo a sostenere i costi dell’internazionalizzazione.

 

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Corriere Adriatico