Erap, le nomine e gli stracci: Di Ruscio non fa prigionieri

Erap, le nomine e gli stracci: Di Ruscio non fa prigionieri
Le nomine sulle poltrone che scottano. Un incidente diplomatico si sta consumando in casa centrodestra - e più specificamente tra esponenti di Fratelli d’Italia - che...

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Le nomine sulle poltrone che scottano. Un incidente diplomatico si sta consumando in casa centrodestra - e più specificamente tra esponenti di Fratelli d’Italia - che vede sullo sfondo il rinnovo dei vertici dell’Erap. A dare fuoco alle polveri è stato il presidente del consiglio di amministrazione Saturnino Di Ruscio, che ha costretto la Regione (che è a guida FdI, stesso partito di Di Ruscio) al dietrofront sui nomi designati per la segreteria dell’ente e per i presidi provinciali, con tanto di revoca della delibera 961 del 26 luglio con cui venivano individuati i prescelti. Ma questo ha scatenato un effetto domino che è scivolato su una china legale: Stefania Di Lorenzo, individuata dalla giunta per guidare il presidio di Ascoli Piceno, ha infatti deciso di rivolgersi ad un avvocato per veder confermata la sua nomina. 

 


I precedenti


Ma procediamo con ordine. Con la delibera di cui sopra, la giunta aveva designato l’avvocato Sabrina Tosti per la segreteria, Maurizio Urbinati (ex segretario generale) quale responsabile del presidio di Pesaro Urbino, Franco Ferri ad Ancona, Ettore Pandolfi a Macerata, Sauro Vitaletti a Fermo e Stefania Di Lorenzo ad Ascoli Piceno. A mandare su tutte le furie Di Ruscio è stata in particolare la scelta di Tosti alla segreteria, ruolo per il quale avrebbe preferito Vitaletti. Per questa ragione, ha preso in mano carta e penna ed ha inviato all’indirizzo della giunta una relazione al vetriolo di 10 pagine in cui ha messo al muro tutti i nomi designati (tranne, guarda caso, quello di Vitaletti). «Sembra doveroso, da parte del cda in carica, esprimere delle considerazioni di merito circa le designazioni formulate - l’incipit che precede il bagno di sangue - quanto al dirigente designato per il conferimento dell’incarico di segretario, presenta limitata esperienza di servizio in posizione dirigenziale, pari ad un anno e tre mesi e non presenta esperienze quale dirigente apicale di strutture complesse». Il primo affondo, ma Di Ruscio ne ha per (quasi) tutti: «Quanto al dirigente designato per il conferimento dell’incarico di responsabile del presidio di Ancona è, al momento, oggetto di approfondimenti interni per l’espletamento di ingenti attività lavorative professionali extra istituzionali».


Nomi nel mirino


Ma non c’è due senza tre: «Quanto al dirigente designato per il conferimento dell’incarico di responsabile del presidio di Ascoli Piceno, ha presentato in data 5 luglio 2022 istanza di pensionamento con decorrenza dal 1 febbraio 2023». E poteva mancare il nome scelto per Macerata? Ovviamente no, anche qui Di Ruscio mira ad alzo zero: «Sarà sottoposto il 13 settembre ad udienza preliminare diretta al possibile rinvio a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione per i quali è potenzialmente ipotizzabile la sospensione dal servizio». Dulcis in fundo, il presidio di Pesaro: «Il dirigente designato sarà collocato necessariamente in quiescenza nell’anno 2023». Dopo la decimazione arriva la richiesta alla giunta di «ulteriori considerazioni in ordine ai profili di legittimità della medesima deliberazione adottata». Richiesta pedissequamente accolta da Palazzo Raffaello, che il 7 novembre scorso ha revocato la delibera 961. Ma siccome ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, il 1 dicembre Di Lorenzo ha fatto scrivere dal proprio avvocato al governatore Acquaroli, al segretario generale della Regione Becchetti, alla giunta tutta e al cda dell’Erap, diffidandoli a «porre in atto, per quanto di rispettiva competenza, i provvedimenti finalizzati alla nomina della dott.ssa Stefania Di Lorenzo all’incarico di responsabile del presidio Erap di Ascoli Piceno». Una saga sempre più appassionante. Alla prossima puntata. Prestissimo.
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Corriere Adriatico