OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ANCONA La nomina sulla poltrona che scotta. Un incidente diplomatico che si consuma in casa centrodestra - e, più specificamente, tra esponenti di Fratelli d’Italia - che vede sullo sfondo il rinnovo dei vertici nei presidi provinciali dell’Erap, l’Ente regionale per l’abitazione pubblica. A dare fuoco alle polveri è il presidente del consiglio di amministrazione Saturnino di Ruscio, che avrebbe mal digerito alcune delle decisioni in merito prese dalla Regione e, in particolare, quella sulla segreteria dell’ente.
La premessa
La premessa della diatriba è contenuta nella delibera del 26 luglio con la quale la giunta designa il segretario ed i responsabili dei presidi provinciali. Con comunicazione dell’assessore competente Guido Castelli, sono stati individuati come dirigenti l’avvocato Sabrina Tosti alla segreteria, Maurizio Urbinati (ex segretario generale) quale responsabile del presidio di Pesaro Urbino, Franco Ferri ad Ancona, Ettore Pandolfi a Macerata, Sauro Vitaletti a Fermo e Stefania Di Lorenzo ad Ascoli Piceno.
Il precedente
Ma non è la prima volta che il presidente dell’Erap si scontra con il suo stesso gruppo politico. Nell’agosto del 2021 firmò, insieme a quattro quote rosa del partito, una lettera di fuoco all’indirizzo dell’allora commissario regionale Emanuele Prisco, del governatore, degli assessori e consigliere regionali e dei referenti provinciali. In quel caso, il nodo gordiano aveva riguardato, tra le altre cose, «la contraddizione di un partito che, guidato da una donna a livello nazionale, emargina le militanti a livello locale, a volte addirittura dileggiandole con atteggiamenti maschilisti», bacchettava la missiva. Uno screzio subito rientrato. Poi, nel marzo 2022, è stato nominato presidente dell’Erap e finora era filato tutto liscio. Adesso la nuova grana, con il braccio di ferro alle porte del Ferragosto che la giunta non si aspettava. E benché la decisione sulle nomine spetti alla Regione, il mal di pancia di Di Ruscio non è passato inosservato.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico