Erap, altro scossone, Bianchini si dimette: via per «impegni di lavoro», ma nota la sua contrarietà alla gestione Di Ruscio

Erap, altro scossone, Bianchini si dimette: via per «impegni di lavoro», ma nota la sua contrarietà alla gestione Di Ruscio
ANCONA Non c’è pace per l’Erap. Dopo il bagno di sangue sulla scelta del segretario generale ed i responsabili di presidio - con una guerra fratricida tutta...

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ANCONA Non c’è pace per l’Erap. Dopo il bagno di sangue sulla scelta del segretario generale ed i responsabili di presidio - con una guerra fratricida tutta interna a Fratelli d’Italia che si è risolta solo dopo un’impasse di quasi un anno - l’Ente regionale per l’abitazione pubblica va incontro ad un altro scossone. Da poco più di una settimana si è dimesso il consigliere di amministrazione in quota opposizione Massimiliano Sport Bianchini. Le ragioni ufficiali sono legate ad «impegni di lavoro», come spiega il diretto interessato. Ma è cosa nota la sua contrarietà alla gestione del presidente Saturnino Di Ruscio. 

 


L’addio

Ma nel dare l’addio all’ente, Bianchini non vuole fare polemiche: «Spero solo che questo spinga la politica a rimettere al centro il tema delle case popolari troppo spesso trascurato. Perché con lo stop al Superbonus, ci saranno dei contraccolpi molto pesanti in questo settore». Intanto, il primo contraccolpo materiale è che si scopre una casella nello scacchiere dell’Erap e la nomina del successore spetta al Consiglio regionale, chiamato di nuovo ad esprimersi dopo l’elezione dei veleni andata in scena nel febbraio 2022. Allora la scelta di Bianchini - che aveva guidato l’Ente nell’era Ceriscioli - derivò da un accordo sottotraccia tra il consigliere di RinasciMarche Luca Santarelli e il capogruppo di FdI Carlo Ciccioli, che gli portò anche parecchi voto del centrodestra. E il Partito democratico finì all’angolo.

Il riscatto

Oggi però, dopo il cortocircuito sui vertici delle commissioni consiliari che ha fatto infuriare anche il governatore Francesco Acquaroli, è più difficile che quel copione si ripeta e il Pd potrebbe finalmente avere il suo riscatto. Al momento il nome in pole per la successione di Bianchini è quello di Giulietta Capriotti, vittima dello sgambetto nel 2022. Era infatti il profilo proposto dai dem - sponsorizzato in particolare dalla vice capogruppo Anna Casini e dalla frangia ascolana del partito - e rimasto fuori proprio per il trucchetto del duo Santarelli-Ciccioli. 

Nero su bianco

Adesso sembra essere lanciata verso la nomina, ma i giochi possono dirsi fatti solo quando il suo nome sarà scritto nero su bianco dalla maggioranza del Consiglio regionale. Che nel segreto dell’urna, tutto può accadere.

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Corriere Adriatico