ASCOLI - «La situazione è diventata assai critica e, a mali estremi, dobbiamo attuare estremi rimedi». Spetta al direttore della Ciip Gianni Celani, al quale...
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Le chiusure avverranno dalle ore 22 fino alle 6,30 del giorno successivo e riguarderanno i serbatoi che garantiscono l’acqua ai comuni di Castorano, Spinetoli, Offida, Acquaviva e Monteprandone mentre per quanto riguarda San Benedetto saranno chiuse le utenze che si trovano nella zona di Ponte Rotto e della zona industriale di Acquaviva. Nel Fermano, invece, rubinetti a secco nella notte a Servigliano, Santa Vittoria in Matenano, Grottazzalina e Fermo nelle zone di San Martino, San Girolamo, Zona Cappuccini e Val d’Ete.
A riparo dalle chiusure nottorne rimangono Ascoli, Maltignano e Folignano che possono contare sull’impianto di soccorso di Castel Trosino; San Benedetto che può contare sull’impianto di Fosso dei Galli e le zone di Fermo che possono contare sull’impianto di Santa Caterina. «Non abbiamo più risorsa da attingere e facciamo appello al buonsenso dei cittadini di non sprecare l’acqua - ha detto l’ingegner Massimo Tonelli che insieme con la collega Cristiana Bollettini monitorano costantemente la situazione -. La misura migliore è quella di riuscire a risparmiare la risorsa idrica a disposizione».
L’appello
Per questo è stato fatto anche un accorato appello ai sindaci di predisporre controlli sul territorio per cercare di contrastare gli sprechi e gli usi impropri di acqua come chi la usa per innaffiare gli orti o per lavare l’automobile. La scarsità di risorsa idrica, che rappresenta la mission principale della Ciip, impone anche una nuova strategia industriale per l’ex consorzio idrico già impegnato nella depurazione. «La Ciip, considerata anche la scarsità d’acqua, deve diventare sempre più una società multiservizi - ha detto il presidente Alati - in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini e dell’aziende. Ed è tempo anche iniziare a pensare di dotarsi anche di una discarica per il trattamento dei rifiuti. Si tratta di un progetto a lunga scadenza ma che dobbiamo iniziare a pensare per individuare l’area dove eventualmente realizzarla e ottenere le necessarie autorizzazioni». Intanto, la CiaLab ha reso noto i risultati dello studio che per il quarto anno consecutivo è stato svolto in prossimità dei 12 depuratori gestiti dalla Ciip per valutare lo stato delle acque dei corsi d’acqua. «I risultati ottenuti sono stati molto positivi - hanno riferito Gianluca Leli ed Ernesto Corradetti nel commentare il report consegnato alla Ciip -. L’unica critiità l’abbiamo riscontrata quando abbiamo fatto il campionamento dopo tre giorni di pioggia critica che ha provocato il dilavamento dei terreni e delle reti fognarie provocando un incremento di escheriacoli». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico