Crisi di governo, la politica marchigiana si divide. I sindaci: «Premier, resta». Acquaroli e Marsilio : «Via»

Crisi di governo, la politica marchigiana si divide. I sindaci: «Premier, resta». Acquaroli e Marsilio: «Via»
ANCONA - La crisi di governo anima il dibattito della sonnacchiosa politica marchigiana che guardava già alle ferie estive. Mentre un numero sempre crescente di sindaci...

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ANCONA - La crisi di governo anima il dibattito della sonnacchiosa politica marchigiana che guardava già alle ferie estive. Mentre un numero sempre crescente di sindaci sottoscrive la lettera-appello per chiedere al premier Draghi di restare al comando - a livello nazionale sono state superate le 1000 adesioni, nelle Marche siamo a circa 30 - il presidente della Regione Francesco Acquaroli parte con un’intemerata contro l’esecutivo scritta a sei mani con i colleghi (anche loro di centrodestra) dell’Abruzzo e della Sicilia Marco Marsilio e Sebastiano Musumeci.

 

«Non sottoscriveremo nessun appello affinché questo governo resti a Palazzo Chigi - l’inciso che lascia poco spazio alle interpretazioni -. Non condividiamo questa iniziativa sia nel merito che nel metodo. Nel merito - spiegano i tre governatori - crediamo che in questo momento l’Italia possa permettersi tutto tranne che un governo immobile, paralizzato dai giochi di palazzo e dagli scontri tra i partiti di maggioranza. Nel metodo, un presidente di Regione o un sindaco rappresentano anche i cittadini che vogliono andare a votare e non possono permettersi di utilizzare le istituzioni che rappresentano per finalità politiche o, peggio, di partito. Sono forzature - la conclusione della triade - che chi ricopre un ruolo istituzionale non può permettersi, né tanto meno promuovere».


L’appello


Posizione diametralmente opposta rispetto a quella dei circa 30 primi cittadini - numero aggiornato a ieri ma con buone prospettive di crescita nelle prossime ore - che dalle Marche hanno invece condiviso l’appello. A partire dai sindaci dem di Pesaro ed Ancona, Matteo Ricci e Valeria Mancinelli, tra i primi firmatari. In un post Facebook, la fascia tricolore dorica parla di «appello bipartisan. Gli scenari di guerra internazionali e la crisi energetica determineranno effetti pesanti sulle nostre vite ed è impensabile affrontarli senza una guida così autorevole». «Draghi è stato molto colpito dai vari appelli che gli sono arrivati e in particolare da quello dei sindaci: qualcosa si è mosso», aggiunge Ricci, che bacchetta la leader di FdI Giorgia Meloni: «Non pensi di chiuderci la bocca».

Sebbene i firmatari marchigiani siano largamente in quota dem, tra le adesioni, spiccano anche nomi civici o di centrodestra, come quello di Maurizio Gambini, sindaco di Urbino. A chiedere a Mario Draghi di restare, tra gli altri, anche la prima cittadina fresca di nomina a Fabriano, Daniela Ghergo, ed i colleghi Pugnaloni (Osimo), Carnevali (Polverigi), Franchi (Arquata del Tronto), Perticaroli (Arcevia), Marziali (Monterubbiano), Franchellucci (Porto Sant’Elpidio), Braconi (Agugliano), Marinangeli (Amandola), Belpassi (Peglio), Pascuzzi (Gabicce), Catena (Montecassiano), Massa (Offida).

 

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Corriere Adriatico