Covid, variante inglese nelle Marche. «Fino a novembre nessuna traccia». Il tampone è quello di un papà di Loreto. Test anche a moglie e figlia

Covid, variante inglese nelle Marche. «Fino a novembre nessuna traccia». Il tampone è quello di un papà di Loreto. Test anche a moglie e figlia
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ANCONA - Fino a novembre non c’era traccia nelle Marche della variante inglese del Coronavirus, il nuovo ceppo chiamato “Vui-202012/01” - dove Vui sta per Variant under investigation - e identificato per la prima volta a settembre nel Kent. Poi due giorni fa il colpo di scena: in uno dei campioni analizzati nel laboratorio di Virologia dell’ospedale di Torrette è stata individuata la variante S, ovvero la mutazione della proteina “spike”, che il virus utilizza per legarsi al recettore Ace2 e infettare le cellule.

 

 


Il paziente 1


Il tampone in questione è quello di un papà di mezza età che venerdì si era sottoposto al test assieme alla moglie e alla figlia ventenne a causa di un raffreddore insistente. Si tratta del secondo caso registrato in Italia, dopo quello di una 42enne romana che vive a Londra, ma con una particolare specificità: il paziente 1, con la sua famiglia, ha riferito di non essere stato recentemente in Gran Bretagna aprendo così un nuovo capitolo marchigiano che sicuramente verrà arricchito di nuovi particolari quando il virus sarà isolato e si potrà capire, per esempio, quanto questa mutazione riesca ad infettare più o meno velocemente. 

 


La ricerca


«Vista l’emergenza in Inghilterra abbiamo deciso di anticipare l’analisi sui campioni di dicembre, una ventina circa, per verificare la presenza o meno di questa mutazione genetica», racconta il professor Stefano Menzo, specificando che fino ad un mese fa l’analisi genetica sul virus non aveva evidenziato questa mutazione. «Al momento non abbiamo individuato l’intero genoma, ma una sequenza parziale - sottolinea il direttore del laboratorio di Virologia di Torrette - e per isolare il virus ci vorrà qualche giorno». 

 


Le notizie


Di certo, al momento, si sa solo quello che filtra da Londra: «Sappiamo che è iniziato tra i giovani ed è partito dalle scuole, grande volano di diffusione del virus, ma ancora non abbiamo la prova che sia altamente trasmissibile: l’ipotesi dei colleghi inglesi si basa su dato esclusivamente epidemiologico, perché questa variante ha sovrastato la precedente nell’ultima ondata Covid che si è verificata in Inghilterra». Quattro giorni fa anche l’aeroporto Sanzio - come tutti gli scali italiani - ha sospeso i voli per Londra, ma nel frattempo non si può escludere che qualche passeggero abbia potuto trasportare la mutazione del Covid nelle Marche: ipotesi che potrebbe spiegare come mai il papà infetto sia stato contagiato nonostante non abbia intrapreso un viaggio in Gran Bretagna. In aeroporto poi, non esiste un presidio Asur che controlli i passeggeri al rientro dall’estero, i quali - secondo i protocolli - devono effettuare il tampone almeno 72 ore prima di mettersi in viaggio. Dal 21 dicembre, con il nuovo Dpcm è scattata la quarantena fiduciaria, che però per Londra non vale dal momento che i voli sono tutti bloccati.

 


L’isolamento


Intanto la conferma che il lauretano positivo alla variante inglese sia attualmente in isolamento assieme al resto della famiglia, arriva dal sindaco di Loreto, Moreno Pieroni: «È un nucleo familiare residente nella cittadina mariana ma qui la situazione è tranquilla dal punto di vista sanitario: su 13mila abitanti, abbiamo 50 casi positivi. Rispettiamo le regole anti Covid, non ci sono pellegrini e quindi non c’è neanche il rischio di assembramenti». 

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Corriere Adriatico