«Io, malato oncologico, devo pagare il tampone». La denuncia del professor Toderi, che deve effettuare il test ogni 2 settimane

«Io, malato oncologico, devo pagare il tampone». La denuncia del professor Toderi, che deve effettuare il test ogni 2 settimane
ANCONA - C’è un confine sottile che divide l’assurdo dall’inverosimile, l’irragionevole dal paradossale dove anche la pandemia ci mette lo zampino....

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ANCONA - C’è un confine sottile che divide l’assurdo dall’inverosimile, l’irragionevole dal paradossale dove anche la pandemia ci mette lo zampino. E quando questo confine viene varcato, certe storie segnano nel profondo lasciando interrogativi aperti, intrecciati nelle maglie di una burocrazia senza senso. Tra queste storie c’è quella raccontata con garbo e pacatezza dal professor Marco Toderi, docente di Scienze Agrarie alla Politecnica di Ancona: ma lui, nella lettera inviata al Corriere Adriatico, si è presentato senza titoli accademici nella pienezza della sua condizione attuale. «Sono un malato oncologico delle Marche. Purtroppo per la mia malattia in regione non sono disponibili cure efficaci, quindi sono stato indirizzato presso un ospedale di Siena dove devo recarmi ogni 2 settimane per un trattamento di immunoterapia». 

 


La situazione
E qui il teatro dell’assurdo. Il professor Toderi per accedere alla struttura sanitaria deve effettuare un tampone molecolare, non rapido, data la delicatezza dei casi trattati in quel reparto. «Oggi (ieri, ndr), per la prima volta, ho dovuto pagare 60 euro per effettuare il test perché la Regione Marche non riconosce più la gratuità del tampone per i propri cittadini in cura presso strutture fuori dal territorio». È bastato un rapido calcolo e la cifra che andrebbe a spendere da qui ad un anno è saltata fuori: 1.560 euro per 26 tamponi. «La cura a cui sono sottoposto durerà due anni- spiega -, quindi andrò a spendere oltre tremila euro».

 
Le tutele per legge
Piccolo, si fa per dire, particolare: i pazienti oncologici hanno diritto all’esenzione del ticket, mentre la Regione ha anche approvato di recente i rimborsi spese - determinato sulla base di indicatori Isee - di vitto, alloggio e spostamento fuori dalla propria residenza anche fuori regione (compreso pedaggio autostradale) fino ad un tetto massimo di mille euro annui. Ma nulla è previsto per i tamponi da effettuare per poter effettuare le cure in strutture al di là dei confini marchigiani. 


Le rimostranze
«Questa decisione è in evidente contrasto con la legge italiana che dà diritto a ricevere gratuitamente, tutte le prestazioni sanitarie legate alla malattia oncologica. E anche altri malati in cura fuori regione, per altre patologie, si trovano nella mia stessa situazione». Il professor Toderi tiene a sottolineare che per la sua malattia non esistono centri altamente specializzati nelle Marche e dunque la scelta di una struttura extra territoriale è stata determinata dalla necessità di ricevere cure adeguate e mirate. «Sono anche vaccinato - spiega -, ho seguito la profilassi con il corpo docente universitario e sto aspettando la terza dose. Non sono un no vax, per i quali diversi politici insistono nel chiedere i tamponi gratuiti. Sono un malato oncologico e il tampone me lo devo pagare». Il professore della Politecnica racconta di avere iniziato il trattamento ad aprile «e sorvolo sull’odissea per effettuare i tamponi: eravamo tutti nel marasma da virus, diciamo così». Ma adesso che la situazione sembra essere sotto controllo e che il Covid pare non accelerare più nei contagi, ecco che gli effetti diretti della pandemia sulla sanità iniziano a farsi sentire. 


I rimborsi


La vicenda del professor Toderi accomuna i marchigiani costretti ad andare fuori regione per sottoporsi a terapie salva vita: possono ottenere i rimborsi per vitto e alloggio, anche per i familiari, però non possono detrarre un tampone da 60 euro a cui devono sottoporsi obbligatoriamente. 

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Corriere Adriatico