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ANCONA Anche l’ultimo veto sul rientro a scuola dei giovani delle superiori è caduto ieri pomeriggio. Gli esperti del Comitato tecnico scientifico hanno infatti dato parere positivo alle lezioni in presenza «nella misura del 50% e fino al 75% come previsto dal Dpcm del 14 gennaio», dopo la convocazione d’urgenza del ministro Speranza in dubbio sulla opportunità di sospendere in parte la didattica a distanza. Si va dunque verso la regolarizzazione delle lezioni ed anche nelle Marche l’ipotesi è quella di anticipare di una settimana il rientro a scuola.
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La scelta
Il governatore Acquaroli lo ha annunciato le scorse ore, sottolineando come in regione la situazione contagi sia sostanzialmente invariata da un mese e mezzo, mentre i casi sintomatici addirittura in diminuzione. «Stiamo valutando di modificare l’ordinanza emanata il 5 gennaio che indicava la fine del mese come termine ultimo per la didattica a distanza al 100% nelle superiori».
Le critiche
Il consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo in particolare ha criticato la modalità della scelta effettuata: «Una retromarcia improvvisa rispetto alla sua scelta sbagliata di posticipare il rientro in classe al 1 febbraio, contestata da opposizione, famiglie, studenti e docenti», ha sottolineato. «Ma il presidente motiva questa retromarcia con un’analisi sconcertante dei dati tra cui il fatto che sono in diminuzione i sintomatici. Ora, secondo lui, contano i sintomatici. Un indicatore - aggiunge Mastrovincenzo - totalmente inventato, privo di basi tecnico-scientifiche mentre la situazione rimane molto preoccupante con l’aumento del numero dei ricoveri e dei posti occupati in terapia intensiva. Minimizzare la situazione in questo momento, per contestare il Governo, non è un comportamento responsabile». Gli risponde a stretto giro di posta il capogruppo di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli, ancora in isolamento per Covid: «Sono stucchevoli e di basso livello le polemiche del partito democratico marchigiano sul Coronavirus. Mastrovincenzo parla di una retromarcia ma basterebbe che l’ex presidente del consiglio regionale leggesse l’ordinanza per rendersi conto che per primo Acquaroli si era riservato di rivalutare tale decisione sulla base dell’andamento epidemiologico regionale. Proprio perché quando si tratta di scuole la decisione è sempre difficile e va ponderata».
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Corriere Adriatico