Ultima chiamata Asur agli operatori sanitari non ancora vaccinati: cinque giorni e scattano i provvedimenti

Ultima chiamata Asur agli operatori sanitari non ancora vaccinati: cinque giorni e scattano i provvedimenti
ANCONA - Per il momento non è stato preso nessun provvedimento di sospensione o demansionamento. Nelle Marche è infatti ancora in corso la fase istruttoria, step...

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ANCONA - Per il momento non è stato preso nessun provvedimento di sospensione o demansionamento. Nelle Marche è infatti ancora in corso la fase istruttoria, step precedente che si concretizza in una sorta di avviso bonario per quei medici, infermieri e personale sanitario in generale che non si è vaccinato né ha percorso uno dei canali di prenotazione messi a punto dalla Regione. Parliamo di 1.181 soggetti, stando ai dati forniti dalla struttura commissariale per l’emergenza Covid

 

La procedura

Nei giorni scorsi l’Asur, attraverso il Dipartimento di Igiene e Sanità pubblica, ha iniziato ad inviare le notifiche con le quali si invitano gli interessati a produrre, entro cinque giorni, la documentazione che comprovi, alternativamente, «l’avvenuta vaccinazione; l’esenzione o il differimento; la presentazione della richiesta di vaccinazione; l’insussistenza dei presupposti per l’obbligo vaccinale», come previsto dall’articolo 4 del Dl 44 convertito in legge 76. Alla scadenza dei cinque giorni, scatterà l’invito formale a sottoporsi alla profilassi, nel quale verranno specificate le modalità ed u termini per l’adempimento. 


Le certificazioni richieste
I destinatari che avessero nel frattempo documentato l’avvenuta richiesta di vaccinazione, dovranno trasmettere «immediatamente e comunque non oltre i tre giorni dalla somministrazione» la certificazione attestante l’adempimento dell’obbligo vaccinale. Una volta decorsi i termini ed accerta l’inosservanza della normativa, l’Asur ne dà comunicazione scritta all’interessato, al datore di lavoro ed all’Ordine professionale di appartenenza. Verrà così determinata la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni «che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio da Sars-Cov-2», prosegue la normativa. 


Cosa può succedere
Le strade percorribili sono sostanzialmente due: il demansionamento ad attività non “sul campo”, ove possibile; altrimenti, si passerà direttamente alla sospensione tout court dal lavoro senza stipendio. Per mappare il personale sanitario non ancora vaccinato – che si trova in percentuali maggiori, come affermato dall’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini nelle scorse settimane, nella provincia di Pesaro – Ordini professionali e datori di lavoro hanno già consegnato agli uffici regionali gli elenchi degli iscritti e dei dipendenti che, per svolgere il proprio lavoro, stanno a contatto con i pazienti.


Le verifiche


A quel punto, è scattata la verifica dello stato vaccinale di ciascuno di questi soggetti e sono partite le notifiche per coloro che non avevano ancora ricevuto la profilassi, né si erano prenotati per la somministrazione. Chi persevererà su questa strada, andrà incontro alla sospensione. Nelle Marche, si diceva, sono 1.181 gli appartenenti al personale sanitario che si trovano in questo limbo, ma non tutti sono no vax. Del gruppo potrebbero infatti far parte anche soggetti che hanno contratto il virus e, aveno ancora gli anticorpi, hanno chiesto di posticipare la profilassi. In ogni caso, parliamo di una percentuale molto bassa rispetto al target totale. A ieri, il personale sanitario e socio sanitario ad aver ricevuto almeno la prima dose – secondo i dati diramati da Palazzo Raffaello – si assestava sulle 45.148 unità, mentre in 42.854 hanno completato il ciclo anche con il richiamo.

 

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Corriere Adriatico