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ANCONA - Trenta persone in più e 300mila euro per non perdere il controllo del tracciamento Covid nelle Marche. La Regione nei giorni scorsi ha potenziato il servizio di contact tracing fondamentale in questo momento dove la moltiplicazione dei contagi ha ingabbiato le Marche in zona rossa per almeno due settimane: l’obiettivo è quello di non lasciarsi sfuggire tutta la rete di contatti che ogni persona risultata positiva ha tessuto nei giorni precedenti al manifestarsi dei sintomi oppure all’esito del tampone.
Il piano
È importante «identificare rapidamente le persone esposte a casi esistenti, in quanto potenziali casi secondari, e prevenire l’ulteriore trasmissione dell’infezione nella popolazione - si legge nella delibera di lunedì -.
La giunta
Il governatore Francesco Acquaroli ha anche anticipato il numero delle persone che verranno arruolate per potenziare la struttura dell’Asur: «Oltre ai 300mila euro lunedì scorso abbiamo deciso di sostenere il contact tracing con ulteriori 30 persone». Il contact tracing in pandemia si svolge attraverso tre fasi: l’individuazione delle persone potenzialmente esposte al virus in quanto contatti di una persona infetta a cui segue il rintracciamento dei contatti, il colloquio e la valutazione del rischio, per proseguire con il monitoraggio regolare dei contatti nel periodo post esposizione. Questo, si legge nel documento, «per assicurarsi che stiano osservando la quarantena in maniera sicura, sostenibile ed efficace per impedire la trasmissione dell’infezione e per verificare l’eventuale insorgenza di sintomi, anche lievi, e identificare rapidamente i casi secondari dell’infezione, testarli, isolarli e trattarli».
L’iter
Ai contatti vengono fornite le informazioni sulla patologia, sulla quarantena, sulle corrette misure di igiene respiratoria e delle mani, e indicazioni su cosa fare in caso di manifestazione dei sintomi. «Inoltre si provvede tempestivamente all’esecuzione di test diagnostici nei contatti che sviluppano sintomi». La ricerca dei contatti è in grado di contribuire ad una migliore comprensione dell’epidemiologia dell’infezione.
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Corriere Adriatico