Ancona in zona rossa, contagi in frenata: meno 10% in una settimana. Marche in discesa, malgrado Macerata

Ancona in zona rossa, contagi in frenata: meno 10% in una settimana. Marche in discesa, malgrado Macerata
ANCONA - Frena il suo slancio la locomotiva Ancona, che dopo aver trainato le Marche in zona rossa, portandole una settimana fa a essere la seconda regione italiana per...

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ANCONA - Frena il suo slancio la locomotiva Ancona, che dopo aver trainato le Marche in zona rossa, portandole una settimana fa a essere la seconda regione italiana per densità di contagi rispetto alla popolazione (dietro l’Emilia Romagna) adesso sembra aver esaurito la sua spinta propulsiva, con il dato dei nuovi positivi Covid sceso in una settimana del 10%.

 

 

 

Non capitava dal 2 febbraio - circostanza per altro anche allora abbastanza occasionale - di vedere un’altra provincia marchigiana superare quella del capoluogo nella conta giornaliera delle nuove diagnosi di positività al Sars-Cov-2: ieri Macerata, 154 casi, ne ha aggiunti 7 in più di Ancona, benché avesse fatto meno tamponi molecolari, 491 contro i 602 dell’area vasta 2.
E non è solo una fluttuazione statistica, perché Ancona (zona rossa ormai da 14 giorni) nel mese di marzo ha avuto un calo molto pronunciato di contagi, come dimostra la curva sull’incidenza settimanale dei casi per 100mila abitanti. Il 4 marzo, spinta dalla diffusione della contagiosissima variante inglese, aveva raggiunto il picco di 520 (seconda provincia in Italia) poi l’incidenza è via via scesa fino a toccare ieri (sul dato settimanale 9-16 marzo) quota 428 nuovi casi per 100mila abitanti. «Per la prima vota abbiamo notato un lieve calo nei contagi da 4 settimane a questa parte in provincia di Ancona - faceva notare ieri il governatore Acquaroli -, speriamo che ci sia continuità e si vada verso un miglioramento».


Le oscillazioni
Stenta ancora a raffreddarsi invece la provincia di Macerata, che ha oscillato nell’ultima settimana da 343 a 359 nuovi casi per 100mila abitanti, ma quando Ancona raggiungeva il suo picco era alla metà di incidenza (251) e dunque a marzo ha avuto l’impennata più alta. In salita anche Pesaro Urbino, dove negli ultimi sette giorni i nuovi positivi hanno seguito un’incidenza in crescita da 247 a 272 (+10%). Più tranquilla al momento la situazione nel sud delle Marche, dove per altro la zona rossa è scattata solo a partire dal 9 marzo (Fermo) o addirittura da lunedì scorso (Ascoli). Nel Fermano nell’ultima settimana la “densità” dei nuovi contagi è scesa da 256 casi per 100mila a 241, mentre nel Piceno l’incidenza è in lieve risalita (da 194 a 201). Il trend è confermato anche dal report con cui l’Osservatorio epidemiologico della Regione Marche, diretto dal dottor Marco Pompili, ha messo a confronto i dati completi delle ultime tre settimane, con un aggiornamento lunedì su lunedì. La provincia di Ancona, che nella prima settimana di marzo era salita rispetto all’ultima di febbraio da 452 a 492 nuovi casi per 100mila abitanti, nella seconda di marzo ha piegato verso il basso l’incidenza dei contagi (come non capitava da gennaio) scendendo a 436.


E la frenata della locomotiva Ancona, che con i suoi 471mila abitanti conta quasi un terzo della popolazione marchigiana, rallenta anche il trend regionale, con una curva che nella prima settimana di marzo aveva continuato a salire (da 285 a 330 casi ogni 100mil), mentre nella seconda è scesa di qualche punto, anche se il dato di ieri (529 nuovi positivi su 2.132 persone sottoposte a test molecolare nel percorso nuove diagnosi) riporta l’incidenza settimanale a 343. Siamo su livelli che, nonostante la tendenza in calo, restano molto al di sopra della soglia (250 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti) fissata nell’ultimo decreto del Governo per stabilire i criteri delle zone rosse fino al 6 aprile. Ma intanto l’ultima ondata sembra aver esaurito la sua crescita.

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Corriere Adriatico