Il doppio più delle Marche contro l’effetto Ferragosto che guasta la fine del mese. Incidenza e reparti di malattie infettive crescono lentamente

L'hub vaccinale di San Benedetto del Tronto
ANCONA - E come se c’è stato l’effetto Ferragosto. Una lenta, inesorabile ascesa che ha portato quasi a triplicare i ricoverati in terapia intensiva e semi...

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ANCONA - E come se c’è stato l’effetto Ferragosto. Una lenta, inesorabile ascesa che ha portato quasi a triplicare i ricoverati in terapia intensiva e semi intensiva mentre in area medica i pazienti sono aumentati del 50%. In termini di contagio parliamo di 10 punti in più su 100mila abitanti: siamo passati dal 75 del 15 agosto all’85 di ieri.

Sono queste alcuni dei numeri che verranno presi in considerazione nella cabina di regia di oggi pomeriggio.  L’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini non ha alcuna intenzione di andare in ferie e vuole tutto lo stato maggiore intorno a un tavolo per monitorare tutta la situazione.

 
L’agosto poco simpatico
Che sia stato un agosto poco simpatico è sotto gli occhi di tutti nonostante l’effetto smorzante ottenuto dalla vaccinazione: il tema più delicato è quello delle pendenze delle curve dei ricoveri, dunque il tasso di crescita dei numeri che possono annunciare - se i ritmi restano questi - quando il sistema tornerà in difficoltà tenuto conto che il prossimo passaggio delicato sarà a metà mese con la ripartenza delle scuole. Il trend più scomodo è quello dei reparti di rianimazione: da sei ricoverati il 15 agosto si è passati a 10 una settimana dopo e ora siamo a 16.

Ovvero si cresce del 70% ogni settimana dopo che nelle prime due di agosto il tasso di crescita era stato pari allo 0. Si era entrati nel mese con 6 pazienti in terapia intensiva e quelli sono rimasti al giro di boa di metà agosto. Stesso discorso si può fare per le terapie semi intensive: 5 pazienti al 15 agosto poi 8 allo step della domenica successiva e 15 a quello di ieri.

Si muove più lentamente la curva delle ospedalizzazioni generiche, i pazienti di Malattie infettive: da 34 che erano a metà mese, sono lievitati a 37 domenica 22 e ora sono a 54. Quindi crescita lenta all’inizio e più 55% negli ultimi sette giorni. Sono numeri che tuttavia vanno sempre presi con le pinze: nella settimana che si è chiusa per esempio il maltempo ha rovinato almeno tre dei sette giorni riducendo l’incidenza delle feste e delle occasioni di contagio. 


L’esito della cabina di regia
Va ribadito anche l’esito della cabina di regia di venerdì scorso in cui l’Istituto superiore della sanità ha segnalato che le Marche restano una regione a rischio basso mentre dieci aree geografiche sono passare in rischio moderato. I due parametri su tre che tengono saldamente le Marche in zona bianca sono certamente i ricoveri in area medica (i pazienti Covid ordinari) e il tasso di incidenza che viaggia abbastanza lentamente. Ma anche quello nell’ultima settimana ha ripreso a camminare sfondando il plateau.

Sull’incidenza resta sempre un punto interrogativo sulla provincia di Macerata: gli epidemiologi della regione hanno messo accanto i numeri più bassi in termini di vaccini (rispetto alle altre province) e i numeri più alti di contagi. Il trend è nettamente più marcato: alla fine del mese, rispetto ad Ancona gli stock di contagi della provincia mediana delle Marche hanno volumi maggiori del 50%, rispetto a Pesaro sono sopra del 75%.

Gli incrementi marginali invece, l’aumento della pendenza della curva è addirittura su piani molto lontani: se Ancona cresce al ritmo del 4% sulla settimana precedente, Macerata viaggia al 37%. Due auspici per la fine delle ferie: il primo è che calando il volume delle occasioni di contagio ci sia una frenata generale della diffusione. Il secondo, sul fronte vaccini invece, dovrebbe coincidere con il ritorno alla vaccinazione di una parte degli indecisi. Sempre che Draghi non tiri un colpo di spugna su questa storia ordinando la vaccinazione obbligatoria.

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Corriere Adriatico