L’incidenza a quota 15 e la variante Delta spingono verso la zona gialla? Gli esperti della Regione frenano: ecco perché

L’incidenza a quota 15 e la variante Delta spingono verso la zona gialla? Gli esperti della Regione frenano: ecco perché
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ANCONA Calma, molta calma e gesso. È vero che la nostra regione è stata indicata - sul sito Epicentro dell’Istituto superiore di sanità - tra le quattro che potrebbero rischiare nel giro di qualche settimana lo scivolamento nella zona gialla per l’aumento dei casi tra focolai e variante Delta. Nello studio si parlava di Sicilia (incidenza a 21), di Campania (incidenza a 19), dell’Abruzzo (incidenza a 16,6) e appunto delle Marche (incidenza a 15,7).

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Ma in questo caso ci sono anche motivi per guardare al positivo della storia, con tutto il rispetto per i monitoraggio degli enti nazionali che devono monitorare la situazione generale. Sul particolare ha chiesto spiegazioni anche il governatore che controlla quotidianamente numeri e dati tendenziali. E la verità, confermano gli esperti dell’osservatorio epidemiologico della Regione, è che le «analisi di andamenti dell’incidenza, provano a misurare il tasso tendenziale. Se stiamo parlando di variazioni molto basse è difficile correlare e analizzare gli andamenti previsionali». 

 


In parole povere
Proviamo a tradurre in parole povere: dire a una Regione che ha 15.7 di tasso di incidenza che sta rischiando è una forzatura, semplicemente perché sono variazioni territoriali che sono troppo dipendenti da cluster individuati. Ancora: se la media nazionale dell’incidenza è fissata a 11 significa che nelle Marche ci sono stati una manciata di casi in più al giorno. Una variazione marginale della crescita molto bassa, appunto. Che poi le immagini dei festeggiamenti di domenica sera per la vittoria dei Campionati Europei di calcio in tutte le città dello Stivale lascino presagire scenari non proprio ottimistici è un altro paio di maniche. 

 


La variabile senza peso
Ma è una variabile ancora a se stante, non tendenziale: e comunque i conti andranno fatti tra circa quindici giorni. Ricordando i dati dei nove positivi in 24 ore e delle nove persone attualmente ricoverate nelle Marche, rispetto ai mille di qualche mese fa, il presidente Acquaroli ha ribadito la consueta necessità di prudenza e di rispetto delle norme anti-Covid, rimarcando però che i numeri «ci danno la possibilità di vivere, non dico in tranquillità, in pandemia non bisogna stare mai tranquilli, ma sicuramente una situazione sotto controllo. Chi vuol venire nelle Marche - ha aggiunto - non è esposto a un rischio se non quello che si vive ovunque in questo momento di pandemia». Alcuni presidenti di Regione premono affinché vi sia una considerazione maggiore dei ricoveri in rapporto ai posti disponibili rispetto al numero dei contagi. «Questo sicuramente ha un senso - ha risposto il presidente - ma non voglio entrare nella discussione politica per evadere una situazione: resto molto prudente, occorre raccontare le cose per quelle che sono e non dipingere cose che potrebbero essere male interpretate dal grande pubblico. Se si parla di una ‘Regione sotto osservazionè si può pensare che in quella regione ci sia una situazione di pericolo particolare, i numeri non raccontano questo...». e veniamo ora ai dati che dopo il rallentamento del weekend sono sempre relativamente affidabili: ci sono stati nove nuovi casi di positività su 279 tamponi molecolari effettuati. Dei 9 contagi, sette sono in provincia di Ancona, uno in quella di Ascoli Piceno, uno in quella di Fermo, mentre Pesaro Urbino e Macerata sono a quota zero,


Il dato sanitario


Tutto fermo per quel che riguarda il dato sanitario: 10 pazienti ricoverati, dei quali 2 in terapia intensiva (a Marche Nord), 8 in reparti non intensivi (a Marche Nord, in a pediatria ad Ancona, a Torrette di Ancona, a Fermo), nessun dimesso. I positivi alla data di oggi sono 1.329 (-5 su ieri), di cui 1.319 in isolamento domiciliare. 

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Corriere Adriatico