Tirreno-Adriatico out per Coronavirus, le Marche in crisi. Soldi e immagine, perdita da capogiro

La Tirreno Adriatico in una foto d'archivio a Fano: la gara si ferma a causa del Coronavirus
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ANCONA - Ricordatevi la folla nel rettilineo finale di Corso del popolo a Filottrano, l’11 marzo 2018, il giorno della tappa dedicata alla memoria di Michele Scarponi. Oppure immaginatevi quanta gente potrebbe assieparsi sui tornanti che s’arrampicano verso i 1.362 metri di quota di Sassotetto, meta dell’arrivo della tappa in calendario il 14 marzo prossimo. Migliaia di persone accalcate in pochi chilometri, una sull’altra, in doppia e tripla fila dietro le transenne. Quanto di più lontano dalle raccomandazioni sulle distanze minime di sicurezza destinate a regolare anche gli eventi sportivi nel prossimo mese, per l’emergenza da Coronavirus, con l’obbligo di disputare a porte chiuse anche le gare dei campionati minori. Ma nel ciclismo non si possono sigillare le strade. Ecco perché la prossima edizione della Tirreno-Adriatico, in programma dall’11 al 17 marzo, con quattro arrivi di tappa su sette previsti nelle Marche, va verso il rinvio. Ieri pomeriggio negli ambienti del comitato organizzatore di Rcs, circolava l’ipotesi di far disputare la corsa a tappa tra i due mari dopo il Giro d’Italia o addirittura a settembre. 


 

La richiesta dei medici
L’annuncio ufficiale del rinvio, caldeggiato anche da una riunione dei medici di 14 team di punta del World Tour, non c’è ancora stato, ma sono arrivate già le prime defezioni di squadre. E già ieri mattina il presidente della Federciclismo Marche, Lino Secchi, dava quasi per scontato uno slittamento della Tirreno Adriatico. «Se il Governo decide di bloccare per un mese gli eventi sportivi aperti al pubblico, è ovvio che una corsa a tappe purtroppo non si può disputare - diceva aspettando notizie da Rcs - nel ciclismo non si possono fare gare a porte chiuse, lo abbiamo già sperimentato annullando diverse prove del nostro cartellone Elite Under 23. Già i corridori sono numerosi, e non ci sono misure che tengano per distanziare il pubblico, bisognerebbe impedire la presenza di folla nella parte finale del percorso, mi pare impossibile. Il nostro augurio però è di trovare date alternative per la Tirreno Adriatico prima del Giro d’Italia, compatibilmente con il calendario internazionale, altrimenti viene meno l’effetto traino sulla promozione turistica». Aspetto non secondario, visto il coinvolgimento nello sforzo organizzativo fatto dalla Regione Marche e dai comuni interessati come sedi di partenza delle tappe (Pieve Torina e Castelfidardo) o più ancora d’arrivo (Sarnano-Sassotetto, Loreto e Senigallia) per non parlare di San Benedetto del Tronto, che avrebbe dovuto ospitare la consueta cronometro finale nel circuito cittadino.

La terra dei ciclisti

«Abbiamo scelto di promuovere le Marche anche attraverso questa competizione - aveva spiegato il governatore Luca Ceriscioli a dicembre alla presentazione della Tirreno Adriatico 2020 - non solo per il legame con San Benedetto, con Michele Scarponi e ora con Vincenzo Nibali, ultimo vincitore italiano della gara e testimonial di Marche Outdoor, ma anche perché vogliamo puntare sulle due ruote come elemento di narrazione delle Marche». Invece l’emergenza da Covid-19 scombina ogni previsione, con effetti pesanti sul settore dell’accoglienza turistica. Il rinvio della T-A non solo farà saltare una formidabile vetrina televisiva per il territorio marchigiano in vista dell’estate (l’edizione 2019 era stata seguita da 53 milioni di spettatori di 151 Paesi) ma produrrà già adesso effetti pesanti sulle presenze alberghiere, con la cancellazione di migliaia di posti letto prenotati nei quattro giorni delle tappe marchigiane. «Solo di componenti della carovana - è la stima di Secchi - parliamo di 1.500 persone tra corridori, tecnici, giornalisti e cineoperatori, meccanici e addetti alla sicurezza. Altri mille tra parenti e tifosi che seguono la corsa. Parliamo di 2.500 persone, moltiplicate per 3 o 4 notti». L’indotto non è solo alberghiero, perché le tappe marchigiane della Tirreno Adriatico, anche per i percorsi molto suggestivi, sono seguiti da almeno 6-7 mila spettatori. Per le tre tappe con arrivo nelle Marche più la crono finale erano previsti in tutto circa 30mila spettatori. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico