Terapie intensive nelle Marche a quota 233: in quattro mesi aggiunti 108 posti, ma solo Pesaro ha concluso l'iter

Terapie intensive nelle Marche a quota 233: in quattro mesi aggiunti 108 posti, ma solo Pesaro ha concluso l'iter
ANCONA  - La sottile linea di demarcazione tra la vita e la morte. I reparti di terapia intensiva rappresentano l’ultima frontiera negli ospedali e, nella battaglia...

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ANCONA  - La sottile linea di demarcazione tra la vita e la morte. I reparti di terapia intensiva rappresentano l’ultima frontiera negli ospedali e, nella battaglia contro il Covid, sono stati messi sotto forte pressione.

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A ieri, i ricoverati nelle rianimazioni dei sei nosocomi regionali su cui si declina la parte intensiva del piano pandemico – Torrette, Marche Nord, Jesi, Fermo, San Benedetto e Covid Hospital - erano 78: numero da tenere sotto controllo perché, sebbene i posti letto totali a disposizione della regione siano 233, non tutti possono essere destinati ai pazienti Covid.

 

I numeri

Quando la pandemia travolse le strutture ospedaliere tra marzo ed aprile, le terapie intensive nelle Marche erano 115 (più tre aggiunte in corsa). Non abbastanza per arginare la prima ondata, che ha messo a durissima prova la tenuta delle rianimazioni. Onde evitare che si ripetesse lo stesso drammatico copione, il governo aveva emanato, lo scorso 19 maggio, il Decreto legge 34, aprendo i cordoni della borsa per permettere agli ospedali di aumentare il numero di posti letto intensivi. Nelle Marche, il dl si traduceva in un +105, da attivare prima che la recrudescenza del virus tornasse ad intasare i reparti. Così non è stato, ma se l’operazione nel suo complesso si concluderà solo nel 2022, qualcosa si è mossa. Sono stati aggiunti 69 posti letto (alcuni temporanei) al di fuori di quelli previsti dal Dl, 42 dei quali nel Covid Hospital di Civitanova, che però già conta 14 pazienti in rianimazione e difficilmente riuscirebbe a gestirne l’intera cifra con il personale di cui dispone. Altri 12 sono stati attivati a Torrette, sette sia nell’ospedale di Jesi che in quello di Fermo, ed uno a San Benedetto. Per le rianimazioni previste dal decreto legge, invece, Marche Nord è stata l’unica a completare l’iter, decidendo di seguire un percorso proprio anziché quello del bando nazionale della Protezione civile: ha già attivato i 41 posti previsti, che vanno ad aggiungersi ai cinque dell’ospedale di San Benedetto, già operativi da ottobre. Ne restano invece ancora 59 da realizzare. 

Le posizioni

Nell’attesa, i reparti vanno saturandosi con l’aumento dei ricoveri. A tracciare un quadro sullo stato dell’arte delle rianimazioni è stato ieri in Consiglio regionale l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, sollecitato da un’interrogazione del Pd. «Quando si è insediata la giunta Acquaroli, il 15 ottobre – ha ricordato il titolare della delega -, erano disponibili 115 posti nella nostra regione. Non erano stati attivati quelli autorizzati dal Dl 34. Ora abbiamo a disposizione 233 posti, tutti operativi». Critico il consigliere dem Antonio Mastrovincenzo, primo firmatario dell’interrogazione: «Come mai i pazienti che si trovano nei pronto soccorso, al collasso, di Jesi e Torrette non vengono trasferiti al Covid Hospital, visto che ha ancora tanti posti a disposizione? E sui posti letto completamente operativi, sono davvero dotati di tecnologie e spazi adeguati – oltre che di personale – per essere disponibili?» 
 

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Corriere Adriatico