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ANCONA - La sottile linea di demarcazione tra la vita e la morte. I reparti di terapia intensiva rappresentano l’ultima frontiera negli ospedali e, nella battaglia contro il Covid, sono stati messi sotto forte pressione.
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A ieri, i ricoverati nelle rianimazioni dei sei nosocomi regionali su cui si declina la parte intensiva del piano pandemico – Torrette, Marche Nord, Jesi, Fermo, San Benedetto e Covid Hospital - erano 78: numero da tenere sotto controllo perché, sebbene i posti letto totali a disposizione della regione siano 233, non tutti possono essere destinati ai pazienti Covid.
I numeri
Quando la pandemia travolse le strutture ospedaliere tra marzo ed aprile, le terapie intensive nelle Marche erano 115 (più tre aggiunte in corsa).
Le posizioni
Nell’attesa, i reparti vanno saturandosi con l’aumento dei ricoveri. A tracciare un quadro sullo stato dell’arte delle rianimazioni è stato ieri in Consiglio regionale l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, sollecitato da un’interrogazione del Pd. «Quando si è insediata la giunta Acquaroli, il 15 ottobre – ha ricordato il titolare della delega -, erano disponibili 115 posti nella nostra regione. Non erano stati attivati quelli autorizzati dal Dl 34. Ora abbiamo a disposizione 233 posti, tutti operativi». Critico il consigliere dem Antonio Mastrovincenzo, primo firmatario dell’interrogazione: «Come mai i pazienti che si trovano nei pronto soccorso, al collasso, di Jesi e Torrette non vengono trasferiti al Covid Hospital, visto che ha ancora tanti posti a disposizione? E sui posti letto completamente operativi, sono davvero dotati di tecnologie e spazi adeguati – oltre che di personale – per essere disponibili?»
Corriere Adriatico