Il direttore dell'Osservatorio epidemiologico: «Terzo picco Covid superato nelle Marche. Scuole? Abbiamo strumenti per ripartire»

Il direttore dell'Osservatorio epidemiologico: «Terzo picco Covid superato nelle Marche. Scuole? Abbiamo strumenti per ripartire»
ANCONA - L’epidemia nelle Marche sembra rallentare. Ne abbiamo parlato con il dottor Marco Pompili, direttore dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Marche. ...

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ANCONA - L’epidemia nelle Marche sembra rallentare. Ne abbiamo parlato con il dottor Marco Pompili, direttore dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Marche.

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Riduzione dei casi del 17% sulla settimana precedente, percentuale di positivi scesa da 30,7 a 25,4%. L’onda si è abbassata: presto per tirare un sospiro di sollievo?
«Forse è un po’ presto, ma i dati si stanno consolidando. Sembra proprio che dal picco della terza fase, raggiunto tra il 5 e il 7 gennaio, si sia scesi decisamente, specie dopo il 10. Ormai da una settimana siamo in una fase di incidenza dei casi controllata, anche con diagnostica larga, con molti tamponi, pare che la fase di picco sia passata. Ma adesso dobbiamo abbassare l’ospedalizzazione, altrimenti siamo ancora in una fase a rischio».

 

La curva dell’epidemia si sta piegando per effetto delle misure di contenimento in vigore durante le feste?
«Penso proprio di sì, da una settimana raccogliamo i frutti della zona rossa. Perché la riduzione è netta e non abbiamo avuto eccessi di incidenza, cioè dei picchi giornalieri, neanche quando abbiamo allargato la diagnostica. In una settimana la situazione nelle Marche è cambiata radicalmente, sia come medie che sul singolo dato giornaliero, sia nel dato dei contagi che nel rapporto tra positivi e tamponi e anche negli ospedali, dopo una fase di crescita, la situazione si è stabilizzata. Tutti gli indicatori, a livello incidenza, sono in miglioramento».
Che indice Rt ci dovremo aspettare nel prossimo report di venerdì?
«Un indice sotto il valore 1, perché l’incidenza è più bassa, ci sono meno sintomatici: da una settimana all’altra sono scesi da una media giornaliera di 63 a 58. E siccome l’Rt si calcola sui sintomatici, ci aspettiamo una stima in calo per le Marche, sotto lo 0,9».
Lunedì riaprono le scuole superiori, con una presenza in classe del 50%. C’è motivo di temere un rialzo dei contagi? Quanto aveva pesato l’effetto scuola fino alla chiusura delle superiori?
«Noi abbiamo monitorato tantissimo la situazione delle scuole, soprattutto controllando l’incidenza dei casi nelle fasce d’età interessate. Quella dei ragazzi delle superiori, 14-18 anni, aveva registrato in autunno un rialzo importante, passando da un’incidenza di 92 casi ogni 100mila soggetti di quell’età nella settimana 12-18 ottobre a un’incidenza di 349, quasi quadrupla, nella settimana 26 ottobre-primo novembre. Ma ora la situazione è cambiata».
Perché?
«Partiamo da un’incidenza già più alta di positivi in quella fascia di età, siamo sui 180 casi, ma soprattutto abbiamo strumenti più rapidi per monitorare la situazione nelle scuole. A settembre-ottobre le classi in quarantena aspettavano almeno due giorni per il tampone, adesso con i test antigenici rapidi possiamo isolare prima i piccoli cluster. Un rimbalzo, con l’apertura delle scuole, ce lo aspettiamo, ma siamo più reattivi».
È iniziata nelle Marche la fase dei richiami del vaccino. Quanto tempo ci vorrà, per vedere i primi effetti positivi sulla curva dei contagi?


«Dipende dalle dosi che avremo, non è semplice capirlo oggi. Ma una volta messi in sicurezza gli ospiti delle Rsa, gli 80enni e altri soggetti a rischio, già si riducono gli accessi ospedalieri. Se la fornitura non fa scherzi, potremo arrivare a fine aprile con la popolazione più fragile messa in sicurezza».

 

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Corriere Adriatico