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ANCONA - Presto per esultare allo scampato pericolo, perché l’incubazione del coronavirus (in media 5-6 giorni) e il tempo tra infezione e diagnosi con tampone (almeno 48-72 ore) richiedono ancora prudenza. Ma per ora, con in mano i risultati dei primi dieci giorni di riapertura al 50% delle scuole superiori, ancora non si notano ripercussioni negative sulle curve dei contagi.
L’altezza del temuto rimbalzo, probabile nonostante le mille precauzioni, come dimostra l’impennata di metà ottobre, si potrà valutare bene tra una settimana, secondo le stime degli epidemiologi.
Metà e metà
Ma intanto, la situazione dei contagi nelle scuole è più o meno la stessa che si aveva prima della riapertura delle Superiori, avvenuta il 25 gennaio scorso, sia pure con formula fifty fifty tra didattica a distanza e lezioni in presenza. Non aiuta troppo, per un’analisi attendibile dell’effetto scuola, la conta dei casi positivi addebitati nei report giornalieri del Servizio Salute alla voce “contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione”.
Le fasce d’età
Ma il sistema più sicuro per tracciare l’effetto reale della riapertura delle scuole, come sperimentato in autunno, è quello di monitorare la curva dei contagi per classi di età. I cinque tracciati, di diverso colore, disegnano la cronistoria dell’epidemia in età scolare a partire dal ritorno in classe del 14 settembre. Nella fascia 14-18 anni, gli studenti delle superiori, l’incidenza dei casi (valutata settimanalmente su 100mila soggetti di quella fascia d’età) nelle Marche è rimasta invariata dal 25 gennaio in poi. Ben diversamente era andata dopo la riapertura di metà settembre, quando si era partiti da un’incidenza settimanale di contagi inferiore a 50 casi ogni 100mila. Ma per vedere un accenno di rialzo, il temuto effetto scuola, erano servite almeno tre settimane. Bisogna seguire il tracciato fino alla settimana 12-18 ottobre, quando da un’incidenza di 92 casi ogni 100mila si inizia a salire con un’impennata che porta a un’incidenza di 349, quasi quadrupla, nella settimana 26 ottobre-primo novembre. Poi il tracciato ha ripreso a scendere, per effetto delle misure di contenimento: già il 23 ottobre il governatore Acquaroli aveva firmato un’ordinanza che imponeva la Dad alle superiori al 50%, estesa poi al 100% dal 3 novembre. Mentre le altre classi di età (materna, elementari e medie) rimanevano a scuola e i tracciati seguivano andamenti diversi - come si può notare dal grafico sopra - l’incidenza settimanale dei positivi in fascia 14-18 anni continuava a decrescere fino a quota 100 nella quarta settimana di novembre, per poi risalire sopra i 200 nel report 11-17 dicembre. Poi, con le scuole chiuse per le vacanze e le zone rosso-arancioni, il tracciato ha ripreso a piegare verso il basso, attestandosi ora poco sopra i 150 casi settimanali ogni 100mila ragazzi in età da liceo. E adesso? «Un qualche rimbalzo ce lo aspettiamo, ma rispetto a settembre-ottobre abbiamo strumenti migliori per tenere sotto controllo le scuole», era l’analisi nei giorni scorsi dell’Osservatorio epidemiologico regionale. Le contromisure? Test rapidi per isolare sul nascere i focolai in classe, più bus per gli studenti, maggiori controlli alle fermate.
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Corriere Adriatico