ANCONA - Si chiama Ruxolitinib e, stando alla sperimentazione compiuta a Livorno, aiuterebbe i malati di Coronavirus a superare la fase critica senza la terapia intensiva. E,...
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Due compresse al giorno, per quindici giorni, e la terapia intensiva sembra scongiurata. A mettere a segno un punto importante nella quotidiana battaglia contro il coronavirus è un farmaco, il Ruxolitinib, che da qualche settimana viene impiegato con ottimi risultati nell'ospedale di Livorno e che presto sarà sperimentato anche in altre parti della Toscana, da Massa a Firenze. Sono già otto i pazienti, affetti da difficoltà respiratorie ma non ancora in ventilazione assistita, ad aver ottenuto un significativo miglioramento del proprio quadro clinico, evitando così di essere intubati. L'intuizione si deve all'equipe di Enrico Capochiani, direttore di ematologia dell'Asl Toscana Nord Ovest che, insieme all'infettivologo Spartaco Sani e dopo il confronto con l'Università di Pisa e il Cnr, ha pensato di somministrare ad alcuni malati di coronavirus il medicinale che l'azienda produttrice (la Novartis) ha fornito col consenso dell'Aifa in modalità off label.
Il ruxolitinib, solitamente utilizzato per trattare malattie piuttosto rare, come patologie mieloproliferative croniche o di tipo tumoralenuovo impiego, si è subito mostrato adatto al nuovo impiego: «Questo farmaco, prima di esercitare un'azione di controllo, ha una
forte azione antinfiammatoria e ci è sembrato un ottimo candidato - specifica Capochiani - Il fatto che ne bastino pochi dosaggi fa ben sperare». Accanto a Massa, Viareggio e agli ospedali di Firenze e Pistoia che fanno capo alla Asl Toscana Centro, si è mostrata interessata all'impiego del farmaco anche la Regione Marche, particolarmente colpita dal Covid-19. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico