I piccoli comuni non si arrendono e chiedono il via libera per Natale: «Spostamenti, nodo da sciogliere»

I piccoli comuni non si arrendono e chiedono il via libera per Natale: «Spostamenti, nodo da sciogliere»
Augusto Curti, sindaco di Force e coordinatore regionale Anci per i piccoli Comuni. Cosa significa per i borghi marchigiani l’allentamento dei divieti sugli spostamenti nel...

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Augusto Curti, sindaco di Force e coordinatore regionale Anci per i piccoli Comuni. Cosa significa per i borghi marchigiani l’allentamento dei divieti sugli spostamenti nel periodo clou delle feste di Natale?


«Non significa sicuramente abbassare la guardia in emergenza Coronavirus. Ma sarebbe una scelta di buon senso che andrebbe a ristabilire un equilibrio tra piccoli centri e grandi città.

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Un solo dato: la nostra Unione montana è formata da quasi 15mila abitanti, che equivale più o meno a un quartiere di una grande città».

 

Quali sono state le richieste che avete inoltrato al governo come Anci e con quali motivazioni?
«Abbiamo fatto notare che il provvedimento di divieto di spostamento da un comune all’altro il 25,26 dicembre e primo gennaio non teneva in considerazione le piccole realtà che caratterizzano l’Italia e in particolare le Marche. Abbiamo centinaia di borghi sotto i 5 mila abitanti, chiudere i confini vuol dire un isolamento incomprensibile tra realtà divise magari solo da una strada».
Adesso il governo sta ragionando su un’ulteriore stretta tra la vigilia di Natale e Capodanno, valutando anche la possibilità estrema di un lockdown. Ma la questione piccoli comuni resterebbe comunque aperta.
«Aspettiamo le decisioni, non possiamo che rimetterci alle valutazione di chi ha sottomano i numeri. Certo che nei nostri centri la possibilità di assembramenti è notevolmente ridotta: tanto che questa estate abbiamo avuto un afflusso di turisti notevole proprio perché il nostro entroterra era considerato più sicuro della costa».
Come è stata gestita l’emergenza pandemica nei piccoli comuni marchigiani?
«Spesso siamo l’anello debole della catena, quindi abbiamo sofferto particolarmente sotto il profilo economico sia nella fase del lockdown sia adesso con questa serie di restrizioni determinate dalle fasce decise dal governo».
E sotto il profilo sanitario come è andata?
«Rispetto alla prima ondata sono cambiati i numeri. Adesso l’organizzazione della macchina sanitaria, come le Usca, è stata messa a punto ed agisce in maniera puntuale. Nel comune di cui sono sindaco, Forse, l’inizio della pandemia è stato drammatico per quanto riguarda focolai e contagi. Adesso la situazione è diversa».
Se si dovesse riprospettare una lockdown nel periodo natalizio?


«Direi che si sprofonderebbe un’altra volta nell’oblio ma allo stesso tempo penso che ci siano motivazioni importanti per arrivare a questo tipo di scelta».

 

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Corriere Adriatico