Adolfo Guzzini: «Un uomo al comando ha precisi doveri sociali. Se serve, sì: io ci sono»

Adolfo Guzzini: «Un uomo al comando ha precisi doveri sociali. Se serve, sì: io ci sono»
Adolfo Guzzini conosceva da un pezzo la storia del Coronavirus. Molto prima del 21 febbraio. Nello stabilimento di iGuzzini China sono stati fermi due settimane e quando hanno...

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Adolfo Guzzini conosceva da un pezzo la storia del Coronavirus. Molto prima del 21 febbraio. Nello stabilimento di iGuzzini China sono stati fermi due settimane e quando hanno riaperto, il 17 marzo, il 70% della produzione era a regime, il resto erano in telelavoro. 

Gli amministratori minacciano di dover fare selezioni tra i pazienti gravi. Che ne pensa?
«Aver visto le cose là il mese scorso ci insegna che le emergenze si possono superare. Ma servono provvedimenti drastici e bisogna farli rispettare. Il buon Ceriscioli ha preso le cose per tempo, ora forse bisogna dare un’altra stretta. Noi ci siamo allineati: produzione h.24, spalmatura su tre cicli di otto ore in modo che gli operai non si incrocino mai. Mascherine, zerbini con disinfettanti. Possiamo farcela».
Resta la possibilità che si arrivi agli estremi rimedi. 
«Ognuno di noi ha la sua età, gli acciacchi chi più e chi meno. Un fattore che aiuta se devi scavallare il picco. Ora intervengono i comportamenti responsabili della gente, il giro di vite sulle leggi ma anche più flessibilità: gli amici cinesi ci hanno mandato migliaia di mascherine nuove, le stesse che loro hanno usato nel momento critico. Sono ferme alla dogana perché non hanno marchio Ce».
Ma lei darebbe la sua vita per salvare un giovane?
«Io dico sempre che il bene va fatto di nascosto. Ma che, qualche volta, va detto in pubblico per stimolare gli altri a farlo. Penso a quando ci siamo impegnati per Visso dopo il sisma. Se serve per salvare una vita, io ci sono. La vita va vissuta fino in fondo ma non può esserci sempre un uomo al comando. Dietro c’è un esercito che deve andare avanti. E l’uomo al comando sa che ci sono dei momenti in cui bisogna fare sacrifici e far fronte a certi precisi doveri sociali». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico