Coronavirus, il 4 maggio c’erano 3.200 infetti nelle Marche, ora sono 158. L'ultima settimana però è al rialzo

Coronavirus, il 4 maggio c’erano 3.200 infetti nelle Marche, ora sono 158. L'ultima settimana però è al rialzo
ANCONA - Rientri da vacanze all’estero, immigrati che tornano dai Paesi d’origine, operatori sanitari infettati sul campo, contagi da vicinanza stretta con altri casi...

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ANCONA - Rientri da vacanze all’estero, immigrati che tornano dai Paesi d’origine, operatori sanitari infettati sul campo, contagi da vicinanza stretta con altri casi positivi, anche a domicilio. In più, una coda del focolaio di Montecopiolo, con un positivo su 2 tamponi testati nello screening dedicato dal Gores Marche al comune dell’alta Valconca. Sono queste modalità di diffusione del virus ad alimentare i 21 nuovi casi positivi registrati nelle Marche nell’ultima tornata di analisi, il valore più alto (pari a quello del 30 luglio) registrato da metà maggio in avanti. 




 

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Più di mille tamponi
I 20 casi positivi sono emersi dall’esame di 595 tamponi nel percorso nuove diagnosi, a cui se ne aggiungono altri 454 del percorso guariti. Più della metà, ben 12, riguardano la provincia di Pesaro Urbino, 5 sono della provincia di Macerata, uno della provincia di Ascoli Piceno e due provenienti da fuori regione. Tra i 12 contagiati nell’Area Vasta 1, gran parte dei casi riguardano soggetti (residenti in particolare nel Fanese o nell’Urbinate) di rientro da vacanze in Croazia, meta turistica molto in voga tra i pesaresi, non solo giovani, ma anche imprenditori e professionisti che solcano l’Adriatico sulla propria barca o a bordo del catamarano veloce che dal 25 luglio scorso (e fino al 29 agosto) fa la spola andata e ritorno in giornata con Lussino. Alcuni dei contagiati avevano viaggiato su un pullman. Anche i cinque casi del Maceratese sono frutto in gran parte da una vacanza all’estero, con i 4 contagi accertati a Morrovalle in una comitiva di 34 ragazzi tornati dalla Grecia dopo una vacanza a Corfù post-maturità.
L’aumento dell’Rt
Con i 21 positivi di ieri (il 3,5% dei primi tamponi testati) il totale nelle Marche da epidemia sale a 6.935 casi, con un incremento giornaliero dello 0,3%, superiore alla media nazionale (0,2%). Il rialzo iniziato nelle Marche verso fine luglio è stato puntualmente registrato nell’ultimo rapporto settimanale del monitoraggio avviato sulla nella fase 2 da ministero della Salute e Istituto superiore della sanità. Per la prima volta dal rilascio post-lockdown iniziato il 4 maggio, l’indice di trasmissibilità del contagio Rt stimato nelle Marche (come per altre 11 Regioni) ha superato la soglia di rischio, salendo da 0,87 della settimana precedente a 1.13, dopo aver “ballato” per tre mesi tra un minimo di 0,48 a un massimo di 0,87, sempre al di sotto del valore 1 oltre il quale c’è il pericolo che la curva dell’epidemia risalga. Il rialzo dell’Rt, valore che misura il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo infetto, era prevedibile, perché è un valore legato a improvvise impennate in presenza di focolai anche non molto estesi, come quelli emersi nella Marche, prima all’Hotel House (21 casi a giugno) e nelle ultime due settimane a Montecopiolo (33 casi). Nella fase iniziale dell’epidemia, per fare un confronto, l’Rt stimato per le Marche era di 3,3 e bastavano tre contagiati per infettarne altri dieci.
Nell’ultimo report, relativo alla settimana 27 luglio-2 agosto, è salita di molto l’incidenza settimanale dei nuovi contagi calcolata su 100mila residenti. Le Marche hanno registrato 63 casi positivi con data prelievo e diagnosi nella settimana di riferimento, contro i 14 della precedente, così l’incidenza è salita da meno di 1 caso ogni 100 mila residenti (0,92) a più di 4, esattamente 4,13. Ma all’inizio della fase 2, nel report 4-10 maggio, l’incidenza era superiore a 10 e c’erano stati anche 30 casi giornalieri. Poi l’incidenza settimanale è scesa da fine maggio su valori tra 1 e il minimo di 0,33 toccato a cavallo tra giugno e luglio. Adesso pesa però la riapertura totale, visto che l’ultimo report, anche considerando le due settimane di incubazione dalla malattia, fa emergere contagi maturati nella fase di pieno rilascio del lockdown, dopo la riapertura dei confini regionali (3 giugno) e delle frontiere nazionali (primo luglio).
I pazienti

Ma se negli ultimi giorni i contagi sono aumentati, riavvicinandosi ai valori dell’inizio dalla fese 2, non c’è confronto per le conseguenze cliniche dell’epidemia. Il 4 maggio c’erano ancora 433 pazienti Covid divisi tra un quindicina di ospedali marchigiani (44 in terapia intensiva) e ben 5 decessi nella giornata di fine lockdown. Ieri i ricoverati nelle Marche erano 13 (nessuno in terapia intensiva), tre in meno del giorno prima, e l’ultima vittima dell’epidemia risale al 15 giugno. I positivi attuali, marchigiani con un’infezione ancora attiva, sono scesi in questi tre mesi da 3.206 a 158, un ventesimo circa, anche se nell’ultima giornata c’è stato un rialzo di +14. Continua il trend in crescita delle quarantene fiduciarie dopo contatti a rischio: sono 1.323, 88 in più del giorno prima, 136 dei quali con sintomi.
Lorenzo Sconocchini
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Corriere Adriatico