Con Pasqua e Pasquetta baciate dal sole come di rado succede, in molti sognavano la sabbia sotto i piedi ed il profumo del mare a completare l’idillio. Purtroppo,...
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Nel frattempo, però, c’è una richiesta impellente che corre da nord a sud della costa marchigiana: poter tornare subito nelle strutture per i lavori di manutenzione, altrimenti riaprire sarà comunque impossibile. «A noi non basta tirare su una saracinesca ed accendere la luce», osserva Filippo Sparacca, titolare dello stabilimento Joe Amarena di Baia Flaminia (Pesaro). Su questo punto, gli imprenditori balneari hanno chiesto che venga inserita, nel decreto ministeriale di metà aprile. Intanto, però, l’inventiva non manca, e Sparacca ha ideato il «lettino in affitto a domicilio», da utilizzare in balcone o in giardino. «L’idea mi è venuta pensando all’asporto dei ristoranti: in poche ore oltre 100 richieste». Ma il ventaglio di proposte è variegato: «distanziare gli ombrelloni anche fino a 5 metri, massimo 4 persone sotto; regolamentare gli accessi per fasce d’età; anziani di mattina, famiglie di pomeriggio e la sera per i giovani; sanificare i lettini dopo ogni uso, così come zona bimbi e bagni».
C’è poi chi, come Gianni Boriani, del Bagnino Franco di Portonovo (Ancona) ipotizza di «delimitare lo stabilimento per avere una sola entrata e mettere una persona all’ingresso per fare i controlli, magari anche con i termometri. Penso che per luglio/agosto si possa ripartire. Certo, a Portonovo lavoriamo molto con i turisti che pernottano negli alberghi della zona, ma credo proprio che per quest’estate la loro presenza sarà molto ridotta». Al problema Covid, poi, se ne aggiunge poi quello del vandalismo a Civitanova, come denuncia Marco Scarpetta, vice presidente dell’Abat e titolare dello chalet Raphael Beach: «siamo sotto attacco, spaccano uno o due stabilimenti al giorno». Questione di ordine pubblico a parte, una mano al settore potrebbe darla il «protocollo che l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito per le strutture ricettive ed alberghiere – spiega – che suggerisce le distanze da tenere per garantire la sicurezza e potrebbe essere applicato anche a noi».
Anzi, «a maggior ragione agli stabilimenti, che sono attività all’aperto – osserva Filippo Borioni, presidente di Oasi Confartigianato Marche e titolare dei bagni 77 di Senigallia –. La cosa più urgente, però, è metterci in condizione di essere pronti per quando si deciderà di ripartire. Con la proroga delle concessioni di 13 anni, in molti hanno avviato cantieri per rinnovare le strutture e questi lavori richiedono minimo un mese. L’assessore Pieroni ci ha assicurato che se non sarà previsto nel Dpcm, provvederà la Regione». A dare il giusto mood a tutti è il veterano del settore, Giuseppe Ricci, titolare dello storico chalet Stella Marina di San Benedetto del Tronto: «la mia famiglia fa questo mestiere da fine ‘800. Mia nonna Stella è stata la prima bagnina donna a San Benedetto. Il sole, il mare e la nostra spiaggia fanno solo bene. Si può fare, tutti al mare». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico