Il ponte sul Cesano baluardo anti-virus? Ma nessuno si ferma

Il ponte sul Cesano baluardo anti-virus? Ma nessuno si ferma
SENIGALLIA  - Una domenica di ordinaria anarchia al confine della zona rossa. Il ponte sul fiume Cesano divide le province di Ancona e Pesaro Urbino. Un passaggio...

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SENIGALLIA  - Una domenica di ordinaria anarchia al confine della zona rossa. Il ponte sul fiume Cesano divide le province di Ancona e Pesaro Urbino. Un passaggio invalicabile, se non per motivi urgenti ed inderogabili, ma ieri il traffico scorreva regolarmente. Veicoli che entravano a Senigallia. Altri che uscivano diretti verso Marotta. Nessuno a pattugliare. La paura del Coronavirus sarebbe dovuta bastare come deterrente. Invece no. 


Gente arrivata da nord per fare la spesa al centro commerciale di Cesano. Altra che da Senigallia ha oltrepassato il ponte, diretta chissà dove. Qualcuno magari sarà andato a lavorare, non potendo fare diversamente. Automobili con famiglie intere di sicuro no. Qualcuno l’ha scritto sui social di aver superato il ponte proibito per il pranzo della domenica, da trascorrere a casa dei parenti nel pesarese. Come nulla fosse insomma. 

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Quasi un vanto. «Tanta superficialità mette a rischio tutti noi – sbotta il sindaco di Senigallia Mangialardi – siamo di fronte ad un divieto che la gente ignora per cosa? Per fare la spesa? Per andare a pranzo? Non è un gioco. Forse non è ben chiaro che siamo di fronte ad un problema serio e che le disposizioni adottate dal Governo non sono consigli ma provvedimenti che devono essere rispettati». Mangialardi ieri ha annunciato anche una diretta Facebook per fare chiarezza e ricordare alla gente che sta giocando con la vita, anche degli altri. «Dobbiamo cercare di contenere la diffusione del virus diminuendo i contatti – prosegue –, non è difficile da capire. Quindi è meglio stare a casa il più possibile ed è fondamentale evitare di andare in zone vietate». La gente è confusa. Si dice di stare in casa ma i bar ed i ristoranti sono aperti. Il Comune ha riaperto le mostre. «Siamo in una fase in cui non c’è il coprifuoco – aggiunge Mangialardi -, è meglio stare in casa. Non è un obbligo ma se la gente continua ad ignorare i divieti ed il buon senso, allora sì che arriveranno restrizioni più serie. Ma perché dobbiamo arrivare a tanto? Se dentro un bar ci sono più di tre persone non entrate. Anch’io sono andato al ristorante ma nei tavoli intorno non c’era nessuno. Si può uscire ma con cautela. Chi non lo fa, perché magari non teme il contagio, dovrebbe pensare che potrebbe trasmettere il virus ad un genitore anziano, ad un parente malato. Vogliamo essere così incoscienti ed egoisti?». 

 


I problemi maggiori al confine si sono registrati proprio tra Cesano e Marotta. Nell’hinterland è andata meglio e la gente ha evitato sconfinamenti. «Non si sono registrati problemi particolari – spiega Matteo Principi, sindaco di Corinaldo – più che altro abbiamo atteso chiarimenti per chi sarebbe dovuto andare a lavorare nella zona rossa e viceversa». Tutto sotto controllo anche ad Arcevia. «Siamo abbastanza tranquilli – aggiunge Dario Perticaroli, sindaco di Arcevia – seguiamo le indicazioni che ci sono state date».
Sabrina Marinelli  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico