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ANCONA La stretta è dietro l’angolo. Intanto oggi e domani le Marche tornano in fascia rossa come tutto il resto d’Italia e quindi negozi chiusi, niente spostamenti se non per le visite a parenti ed amici (massimo in due, under 14, disabili e non autosufficienti esclusi). Poi il 7 e l’8 gennaio (giovedì e venerdì) si dovrebbe ripartire da una zona gialla rafforzata, con il divieto di spostamento tra le regioni e la conferma della regola che prevede la possibilità di spostarsi verso un’altra abitazione nella regione per massimo due persone.
Le restrizioni
Nel weekend, in vece, si dovrebbe tornare in zona arancione (se non addirittura rossa), ma comunque fino al 15 gennaio saranno vietati tutti gli spostamenti «in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni», mantenendo sempre la possibilità di raggiungere di un familiare o un amico all’interno della stessa regione e nei limiti massimi di due persone. È questa la bozza del Dl discusso ieri durante un Consiglio dei ministri notturno convocato alle 21: il coprifuoco resta dalle 22 alle 5 e in discussione anche un giro di vite ulteriore, dettato dal restringimento dei parametri sull’indice di contagio. In sostanza si passa in arancione con un Rt 1 (invece che 1,25) e in rosso con un Rt 1,25 (al posto di 1,5).
Il rischio
Per le Marche potrebbe significare restare in arancione a tempo indeterminato visto che l’indice di contagio calcolato dagli esperti della Regione adesso sarebbe fermo a 1,1.
Le decisioni
In un simile contesto si rende dunque necessaria l’ordinanza che fa slittare il rientro in classe delle scuole superiori il 31 gennaio, anche se le Marche si erano perfettamente allineate alle richieste del ministero dell’Istruzione riorganizzando il sistema di trasporto pubblico per tenere sotto controllo il flusso di studenti. Ma tant’è. Il virus non si ferma e secondo il governo regionale non è il caso di rischiare nuovi focolai adesso che è partita la campagna di vaccinazione.
Il dibattito
Dopo il lungo confronto con le Regioni nella giornata di domenica, l’inasprimento è arrivato con un nuovo decreto legge approdato in Consiglio dei ministri: l’indice di positività fermo al 13,8%, la pressione sugli ospedali con il nuovo aumento dei ricoveri negli ultimi giorni, l’incidenza ancora ben al di sopra dei 50 casi ogni 100mila abitanti (la soglia che consente di non far saltare il contact tracing) e, soprattutto, la necessità di non arrivare alla terza ondata in piena campagna vaccinale, hanno spinto l’esecutivo ad intervenire nuovamente.
I timori
«Sapevamo che dicembre sarebbe stato un mese critico e siamo ritornati un pò più su, con un Rt a 0,93 (0,99 per le Marche) e dunque dobbiamo tenere il sistema sotto controllo», ha ribadito il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia sottolineando che «gli interventi fatti a Natale hanno evitato che in Italia ci fosse il liberi tutti e non è possibile consentire l’arrivo della terza ondata, che è già in Europa». Il decreto prevede dunque il divieto di mobilità tra le regioni fino al 15 gennaio, fatti salvi gli spostamenti per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Si potrà inoltre spostarsi una sola volta al giorno per andare a casa di amici o parenti «nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle già conviventi, oltre ai minori di 14 anni». Anche se quest’ultimo punto è ancora al centro del confronto.
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Corriere Adriatico