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ANCONA - «Se la situazione dell’epidemia dovesse continuare a procedere come adesso, alla fine di questo mese, quindi fra circa una settimana, nelle Marche si raggiungeranno i 350 ricoveri complessivi per Covid». La valutazione, basata su proiezioni statistiche, arriva dal professor Fabrizio Fiori, falconarese, studioso di Fisica Applicata, docente al Dipartimento di Scienze Cliniche, Specialistiche ed Odontostomatologiche della Facoltà di Medicina dell’Università Politecnica delle Marche.
Non certo uno studioso che può essere arruolato nel campo dei “catastrofisti”, perché fu proprio il professor Fiori nell’aprile scorso ad anticipare di un mese il trend (in linea con le proiezioni dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Marche) che avrebbe portato le Marche a quota zero contagi prima della fine di maggio, dopo tre mesi passati a contare i nuovi positivi da Coronavirus.
Il tasso di positività
Ma che la situazione ora sia completamente mutata lo dimostra anzitutto il rapporto fra i nuovi contagi giornalieri e il numero di tamponi effettuati per rilevarli, il cosiddetto percorso “prime diagnosi”, escludendo quelli fatti per constatare le guarigioni con i test ripetuti.
L’ultimo balzo: +3
Fino all’altro ieri il numero dei malati per Covid in terapia intensiva sembrava avere un andamento meno pronunciato, con il passaggio dal primo settembre a giovedì da un solo ricovero a 19, numero rimasto invariato per 72 ore, anche per effetto di alcuni decessi. Poi ieri, nell’ultimo bollettino del Servizio Sanità della Regione Marche, i ricoveri in terapia intensiva sono saliti a 22, con un +3 in 24 ore, che ridà slancio alla curva delle terapie intensive. «In questo caso, dati i numeri ancora relativamente esigui, è necessaria un po’ più di cautela nell’indicare un trend preciso - è la valutazione del professor Fiori -, ma sembra abbastanza verosimile un’evoluzione analoga a quello degli altri due grafici, con una crescita compatibile con un andamento esponenziale simile». In ogni caso, con il trend di ricoveri attuale, «è ragionevole immaginare - conclude il professor Fiori - che aumenteranno parallelamente anche le terapie intensive».
I decessi a 1.001
Per ora resta meno allarmante invece, specie al confronto con la fase 1, il dato sulla mortalità: dal primo settembre a ieri nelle Marche ci sono stati 14 decessi collegati al Coronavirus (l’ultimo ieri all’ospedale di Fermo, la vittima numero 1.001) mentre tra il primo marzo e il 23 aprile, nella prima fase dell’emergenza sanitaria, l’epidemia nelle Marche aveva causato 857 decessi. «Fortunatamente la mortalità nella nostra regione permane al momento pressoché azzerata», spiega il professor Fiori, sottolineando però che l’andamento di altri dati (soprattutto il tasso di positività dei tamponi e il trend dei ricoveri totali) è “certamente preoccupante”. Con questo trend, senza misure capaci di piegare la curva, si rischia di arrivare a fine mese a 350 ricoveri per Covid nelle Marche, un numero capace di mandare in crisi anche l’altra sanità, quella che cura i malati non di Coronavirus, che ancora stenta a riprendersi dal blocco totale della fase 1.
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Corriere Adriatico